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Slitta l'autopsia sul corpo di Francesco Cidu, l'allevatore di 66 anni ucciso con due colpi di fucile martedì sera nel suo ovile nelle campagne di Gavoi, nel Nuorese.
L'esame si sarebbe dovuto effettuare oggi all'ospedale San Martino di Oristano ma è stato rinviato a sabato mattina per problemi organizzativi. Il medico legale Roberto Demontis dovrà stabilire con precisione l'orario della morte e la dinamica del delitto.
Non ci sono dubbi sul fatto che il decesso di Cidu, risalga alla mattina del 19 dicembre quando, come ogni giorno, è arrivato nel suo ovile. La sua auto era parcheggiata davanti al cancello, che stava per aprire, quando è stato investito da una fucilata al fianco per essere finito poco dopo, una volta a terra, con un'altra fucilata esplosa a bruciapelo contro la testa che lo ha reso irriconoscibile.
Un vero e proprio agguato secondo un copione collaudato che si ripropone da sempre in Barbagia. Il delitto ha gettato il paese nello sconforto che si era lasciata alle spalle gli strascichi del femminicidio di Dina Dore avvenuto nel marzo del 2008 ma negli ultimi mesi a Gavoi si erano verificati diversi attentati incendiari.
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Nuoro, coordinati dal pm Andrea Ghironi, non escludono collegamenti tra le vicende criminali anche se le indagini non tralasciano nessuna pista. A cominciare dal passato di Cidu. Il 20 dicembre del 2022 l'uomo era stato assolto, con il figlio Mauro, dall'accusa di aver sgozzato degli agnelli e dato fuoco a un'azienda a Lodine.