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"Il centrodestra ritiri le firme dalla proposta di legge per la pensione complementare ai consiglieri regionali. Per noi questa è una posizione irrinunciabile anche in funzione delle prossime alleanze di governo".
A far esplodere il caso, con evidenti ripercussioni sui rapporti interni alla coalizione, sono i vertici regionali della Lega.
"La proposta di legge 555 del 16 ottobre scorso prevede un sistema di previdenza complementare in favore dei consiglieri regionali, il buon senso ne consiglia il ritiro o la modifica radicale", è la posizione espressa per il partito di Matteo Salvini dal vicecoordinatore per la Sardegna, Dario Giagoni, e dal coordinatore regionale per gli Enti locali, Michele Pais. Per loro è anzitutto una questione di opportunità e di tempi.
"Mancano tre mesi alle elezioni e sta finendo un mandato legislativo tra i peggiori mai conosciuti dalla Sardegna - attaccano - Nessuna emergenza sarda ha trovato soluzione, anzi si sono aggravate e, in un momento di disperazione, i sardi non possono accettare una scelta del genere". Per Giagoni e Pais è discutibile già il principio, ma c'è un altro problema.
"L'inefficienza del governo regionale ad approvare leggi in favore dei cittadini si trasforma nell'unanime efficienza del parlamento sardo quando si tratta di legiferare e trovare ingenti risorse economiche nell'interesse dei consiglieri regionali - è la bordata - Il centrodestra non può e non deve cascare in una trappola architettata dalla sinistra di governo: ne prenda le distanze o proponga modifiche che escludano la retroattività, che costerebbe alle casse regionali 6milioni di euro".