Almeno 50 i colpi inferti con un paio di cesoie da potatura da Eugenio Corona al pensionato 88enne, Adolfo Musini. Un macabro delitto a scopo di rapina, per racimolare soldi e oggetti di valore per comprare la droga. Ora, sarà una perizia psichiatrica a stabilire se Eugenio Corona, il tossicodipendente che ha confessato di aver ucciso l’anziano di 88 anni Adolfo Musini e di aver tentato di uccidere un altro anziano, (il 63enne di via Podgora), sia capace di intendere e di volere.

Il gip del Tribunale di Cagliari, Ermengarda Ferrarese, ha affidato l’incarico alla psichiatra, Irene Mascia, la quale dovrà poi presentare una relazione dettagliata entro 40 giorni.

Dietro la vicenda terribile avvenuta a San Michele, si nascondono motivi legati all’uso di sostanze stupefacenti, al modus operandi di Corona e altri tossici che avevano instaurato un clima di terrore nel quartiere.

La casa del pensionato Musini, come già abbondantemente scritto in precedenza, si era trasformata in un luogo dove recuperare più volte oggetti di valore e rivenderli al mercato illegale: così è avvenuto, dopo l’efferato delitto infatti Eugenio Corona, vicino di casa della vittima, era tornato alcune volte al primo piano di piazza Valsassina per portare via almeno un pc e un televisore, assieme a lui nei guai anche altri complici indagati nell’azione di sciacallaggio.