Il pm Marco De Crescenzo ha chiesto la condanna a 30 anni, ridotti a 20 per lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato, nel processo in corso a Oristano che vede imputati i fratelli Rubens e Brian Carta, di 32 e 28 anni, accusati dell'omicidio volontario a scopo di rapina di Tonino Porcu, il 78enne allevatore in pensione pestato a sangue e ucciso nella sua abitazione a Ghilarza, la notte tra il 21 e 22 febbraio 2022, e di un altro tentativo di rapina.

Alla richiesta della pubblica accusa si è associato l'avvocato di parte civile Luciano Rubattu. La difesa invece, rappresentata dai legali Agostinangelo Marras, Marco Spanu e Fabio Messina, ha chiesto la derubricazione del reato di omicidio volontario in preterintenzionale, quello di rapina consumata alla vittima in tentativo e l'assoluzione per la tentata rapina. Il gup Marco Mascia ha fissato la prossima udienza al 16 giugno per le repliche e la sentenza.

Stando alla ricostruzione dell'accusa, i fratelli Carta erano entrati nell'abitazione dell'anziano sfondando una finestra. Dopo aver messo tutto a soqquadro, si erano impossessati di 2mila euro nascosti in una scatola. Prima di fuggire, erano stati scoperti dal padrone di casa e per questo aggredito brutalmente e picchiato a morte. Il corpo era stato scoperto il giorno dopo dalla signora delle pulizie e dal nipote. Nell'abitazione i carabinieri avevano trovato numerose tracce di sangue, poi repertate dagli esperti del Ris.

Il cerchio delle indagini si era chiuso subito attorno ai due fratelli, che conoscevano bene le abitudini di Porcu: la vittima infatti era il proprietario delle mura del bar che gestiva Rubens e gli imputati sapevano che in casa poteva custodire del denaro. La svolta era arrivata il 9 marzo dello scorso anno con l'arresto di entrambi.