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Sono 435 gli allevatori irregolari che hanno fatto richiesta di regolarizzazione nella campagna per l'eradicazione della peste suina, attivata in Sardegna dallo scorso anno.
Di questi 261 si trovano nel Nuorese e in Ogliastra. I maiali abbattuti dalla chiusura della finestra per l'emersione, quindi dal 30 novembre 2015, sono stati oltre 450 (Rpt, 450 e non 4500), con una percentuale di presenza del virus che in certe zone si avvicina al 50%, mentre su 12.734 cinghiali prelevati durante il periodo di caccia consentito (sino a gennaio 2016) sono 245 i capi risultati positivi e solo 13 quelli malati.
Il punto sullo stato degli interventi (presenza della malattia fra suini domestici e cinghiali selvatici) e sulle prossime azioni da mettere in campo in vista della stagione autunnale è stato fatto dall'unità di progetto per l'eradicazione della peste suina africana riunita questa mattina a Villa Devoto, alla presenza del presidente Francesco Pigliaru, del professore dell'Università di Madrid, José Manuel Sànchez-Vizcaino, che collabora con la Regione Sardegna nella lotta contro il virus, e del direttore generale del ministero dell'Agricoltura della regione spagnola dell'Estremadura, Antonio Cabezas Garcia.
Fra i vari punti affrontati quello dell'estensione degli allevamenti regolari che, nelle scorse settimane, aveva creato qualche incomprensione fra gli allevatori. "Per allevamento confinato in semibrado - ha spiegato il responsabile dell'unità di progetto Alessandro De Martini - si intende la pratica di allevamento che comporti la detenzione di suini all'aperto in spazi confinati, costituiti da un unico appezzamento, di superficie non superiore a 10 ettari nelle zone infette e non superiore a 40 ettari nelle zone bianche. La separazione esistente tra queste strutture e l'esterno, realizzata grazie a recinti o altri manufatti alti almeno un metro e 50 centimetri, non deve essere accessibile da parte di altri suini o cinghiali selvatici presenti al di fuori dell'allevamento. Tali recinzioni possono essere realizzate con muretti a secco o con doppie delimitazioni in rete metallica. Si ribadisce, inoltre, - ha concluso il responsabile dell'Unità di progetto - che il carico di animali sostenibile per ettaro non deve superare i 15 quintali".