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La Sardegna ha vinto la sua battaglia contro la peste suina africana.
Nell’Isola, i primi casi di malattia sono stati registrati oltre quarant’anni fa, mentre i primi tentativi di eradicazione risalgono al 1982. A novembre del 2011, a seguito della crescente preoccupazione a livello internazionale per la diffusione del virus, scatta per la Sardegna il blocco all’esportazione delle carni e degli animali vivi.
“Davanti a quello che, di fatto, si presentava come lo scenario peggiore per le aziende del nostro comparto zootecnico, la Sardegna ha iniziato a maturare la consapevolezza che solo con uno sforzo corale si sarebbe potuta trovare una via d’uscita - dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas - Il momento della chiusura alle esportazioni può essere identificato come l’anno zero in cui la lotta alla peste suina assume una nuova spinta”.
Un primo risultato per il comparto sardo è la concessione alla ripresa del commercio dei prodotti termizzati. Nel 2013 la Regione nomina un commissario ad hoc per la gestione dell’emergenza e nel 2014, con il presidente Pigliaru, che scelse di implementare ulteriormente le azioni avviate dalla precedente Giunta, nasce l’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste Suina.
L’ultima evidenza dell’infezione in Sardegna viene registrata nel 2018 nel suino domestico e nel 2019 in quello selvatico. Le successive rilevazioni (più recenti) in entrambe le popolazioni animali riguarderanno esclusivamente siero conversioni. Gli sforzi messi in campo non erano però ancora sufficienti a decretare la fine dell’embargo, così come certificato dall’audit della Commissione europea nel 2019 e la successiva visita dell’allora commissario Vytenis Andriukaitis.
“Quella che ha vissuto la Sardegna - aggiunge il presidente - è stata una battaglia difficile, insidiosa, costata impegno e sacrifici alle forze in campo che hanno lavorato per l’eradicazione del virus dai nostri tecnici ai singoli operatori, così come per le comunità e gli allevatori, che voglio ancora una volta ringraziare sentitamente”.
La svolta nel 2021, con ultimo audit, che ha portato alla formulazione di cinque raccomandazioni da parte della Commissione europea. “Abbiamo messo in campo ogni sforzo possibile - dichiara il presidente Solinas - per soddisfare le richieste di Bruxelles. Con l'unità di progetto, l'IZS della Sardegna, i servizi veterinari, gli assessorati e gli uffici competenti, il CFVA, abbiamo implementato l’anagrafe dei suini, potenziato la sorveglianza attiva e passiva sugli animali. Abbiamo reso i nostri dati fruibili e trasparenti, sempre a disposizione del Ministero e della Commissione Europea”.
“Il passo decisivo è arrivato a maggio 2022, anche grazie all’intervento del sottosegretario del Ministero della Salute, Andrea Costa, che è sempre stato al nostro fianco impegnando il Governo italiano a supportare direttamente le giuste rivendicazioni della Sardegna. Con lui abbiamo lavorato in stretto raccordo, aprendo finalmente una negoziazione forte con Bruxelles, e sento di dovergli riconoscere questo generoso ed efficace impegno. La road map che abbiamo percorso da quel momento ci ha portato più di una vola al tavolo della Commissione europea e oggi, il voto del comitato degli stati membri, ha finalmente sancito un traguardo atteso da tempo” - conclude il presidente.