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Il nuovo blitz dell'Unità di progetto, degli uomini del Corpo forestale di Vigilanza ambientale, dell'Ente foreste e dei Carabinieri è scattato alle prime ore della mattina di venerdì scorso. A Desulo, in località Tascusì, sono stati abbattuti 23 maiali allevati allo stato brado.
«È stata una cosa raccapricciante», dice Giuseppe Floris, a nome degli allevatori desulesi. «Le forze dell'ordine hanno blindato l'area e non abbiamo avuto nemmeno la possibilità di avvicinarci ai nostri allevamenti. Gli animali sono stati raggruppati e uccisi. Dovrebbero appartenere a un unico allevatore, ma non siamo certi nemmeno di questo, dato che tutto è avvenuto lontano dai nostri occhi».
SENZA TREGUA Prosegue così l'azione della task force, dopo la mattanza avvenuta a Orgosolo, Aritzo, Urzulei e Baunei. L'ordine è: tolleranza zero, ma stavolta dilaga lo scontento. «I maiali erano sani», dice Floris, con voce scossa per quanto è accaduto. «È vero, sono stati allevati allo stato brado, ma volevamo regolarizzarli. Non sappiamo più cosa fare. In questo modo ammazzano il nostro lavoro. Non ci rimane più nulla».
INVIPERITO Il sindaco di Desulo è stato colto di sorpresa: «Sono profondamento dispiaciuto per quello che è successo», dice con tono severo Gigi Littarru. «Con l'Unità di progetto abbiamo da subito instaurato un ottimo rapporto, offrendo la massima disponibilità per risolvere il problema, siglando anche un accordo con l'Agenzia Laore.
Parallelamente avevamo intrapreso un discorso costruttivo con gli allevatori, ma con questa azione è stato distrutto tutto quanto». Littarru fa sapere che aveva chiesto alla Regione la possibilità di riaprire i termini per la regolarizzazione in modo tale da consentire a tutti gli allevatori di mettersi in regola nel giro di un mese.
«È da sei anni che mando segnalazioni alla Forestale e alla Asl per denunciare la presenza dei maiali allo stato brado all'interno del paese, ma non mi hanno mai considerato», prosegue il sindaco.
«Come se non bastasse hanno sotterrato gli animali nel terreno di un privato che poi è venuto a lamentarsi in Comune. Sono scoraggiato e molto amareggiato. Stavamo investendo il nostro tempo per cercare di fare della suinicoltura una grande risorsa per il territorio, ma con questa azione hanno rotto gli equilibri e mandato tutto all'aria».