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“La notizia dei casi di positività al genotipo 2 della peste suina africana ha destato non poco allarme nel mondo delle campagne – Lo afferma il consigliere regionale Franco Mula (Psd'Az) - L’arrivo della variante della PSA continentale in Sardegna ha rievocato i vecchi fantasmi in un periodo in cui allevatori, Regione, unità di progetto per la lotta alla PSA erano arrivati ad una storica visione comune per la gestione del comparto suinicolo di montagna. L’arrivo di questa variante quindi impone cautela. Anche se da Nuoro arrivano buone notizie. La Asl di Nuoro che, pur invitando alla massima prudenza, afferma che non vi sono rischi. Per l’azienda sanitaria infatti non sussisterebbe alcun tipo di rischio poiché la struttura complessa di sanità animale si è attivata per tempo. Moderato ottimismo quindi, anche se rimangono irrisolte le questioni sulle modalità di allevamento che richiedono attenzione”.
Dalla Baronia l’onorevole lancia un appello alla riflessione: “In questi anni- dice Mula- anche grazie al continuo dialogo tra Unità di Progetto e il suo direttore Giovanni Filippini, gli allevatori e i veterinari, c’è stato un filo di dialogo che ha portato a risultati lusinghieri. E’ un momento storico in cui non si può abbassare la guardia, ma neppure buttare alle ortiche tutto il lavoro fatto. Ho partecipato a diversi incontri, tra cui quelli di Desulo ed Orosei, e ho notato una rinnovata sensibilità verso il tema della regole da parte degli allevatori che deve necessariamente concludersi con delle aperture verso un allevamento suinicolo razionale, che preveda tutte le garanzie affinché non si parli più di PSA” .
Mula si sofferma anche sul difficile tema del semibrado controllato che ritiene “una importante conquista, anche a tutela della stessa razza suinicola sarda, quindi alla biodiversità delle micro produzioni di qualità e certificate”.
Aprire ad allevamenti controllati quindi è possibile, secondo l’esponente politico baroniese, ma non bisogna scordarsi le regole. “Attualmente c’è una attenzione rinnovata verso le produzioni di qualità aggiunge Mula- che hanno un mercato potenziale di grande valore. Si tratta quindi di conciliare le esigenze degli allevatori in fatto di tradizioni, con quelle europee che ci impongono un controllo capillare. Dobbiamo evitare di ricadere in rischi per i suini allevati in montagna per assicurare la genuinità delle carni e allo stesso tempo consentire un allevamento secondo tradizione, anche quindi con le aperture verso il ghiandatico, che però rispetti i requisiti di biosicurezza”.
L’invito quindi è a “continuare un percorso di fattiva collaborazione tra allevatori, amministrazioni locali, unità di progetto e servizio veterinario. Il traguardo è ormai prossimo e non possiamo permetterci alcun errore penalizzante. Così salveremo la trazione, attualizzata ai dettami comunitari, rispettando al contempo le esigenze di tutela degli stessi suini, che rappresentano una risorsa importantissima per la montagna della Barbagia, dell’Ogliastra e della Baronia”.