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Dal triennio 2012-2014 al 2015-2017 il numero dei focolai di Peste suina africana (PSA) nei maiali domestici si è ridotto del 75%, mentre la presenza della malattia nei cinghiali ha avuto un calo di circa il 64%. Se invece si dovesse fare il paragone con gli ultimi 8 mesi (agosto 2017 - marzo 2018), la riduzione dei focolai nel domestico raggiunge il 90%. Sono i dati che emergono dagli studi elaborati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) presentati questa mattina a Cagliari nel corso di un’apposita conferenza stampa.
Il report sull’andamento della malattia sull’Isola sarà illustrato dagli studiosi sardi, con maggiore dettaglio scientifico, nell’ambito della quattro giorni di lavori internazionali, iniziati oggi a Cagliari e in chiusura il prossimo 14 aprile, dove i maggiori esperti mondiali di PSA si incontreranno per il quarto seminario GARA (Global African Swine Fever Research Alliance).
Alla conferenza stampa di questa mattina, tenuta nell’hotel Regina Margherita, dove si svolge il GARA, hanno partecipato il presidente Francesco Pigliaru, il responsabile dell’UdP, Alessandro De Martini, il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, il coordinatore ATS Area veterinaria, Franco Sgarangella, il consulente dell’UdP e docente all’Università di Madrid, José Manuel Sánchez-Vizcaíno, Marco Pittau (docente di Malattie infettive dell’Università di Sassari) e, in rappresentanza del Ministero della Salute, il direttore generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari, Pier Davide Lecchini.
Focolai nei suini domestici. Nel periodo 2012-2014 si erano verificati 223 focolai, con una media di oltre 74 per anno e circa 6 al mese; nel triennio successivo, 2015-2017, ci sono stati invece 56 focolai con una media di 19 per anno e di circa 1,5 al mese. Il calo dei focolai è stato ancora più accentuato ed eclatante negli ultimi otto mesi (agosto 2017 - marzo 2018) dove si sono verificati solo 3 focolai in 3 Comuni, a fronte dei 13 focolai in 9 Comuni riscontrati fra agosto 2016 e marzo 2017.
I due focolai del 2018. Per quanto riguarda i due focolai di Aritzo (gennaio 2018) e Fonni (febbraio 2018), i controlli nelle zone di protezione e sorveglianza, così come previsti dalle norme, sono ormai pressoché ultimati e finora non è stato trovato alcun riscontro di PSA negli allevamenti registrati. In queste zone di protezione e sorveglianza ricadono territori di numerosi Comuni già categorizzat1 i come ad alto ed altissimo rischio per PSA ed è confortante avere conferma che la situazione sia ragionevolmente sotto controllo.
I maiali allo stato brado. A fronte di una popolazione, stimata a inizio dicembre 2017, di circa 3-5mila capi bradi presenti fra Nuorese e Ogliastra, negli ultimi quattro mesi sono stati abbattuti circa 1700 animali al pascolo non confinato illegale. I comuni dove si è intervenuti sono: Arzana, Baunei, Desulo, Nuoro, Orgosolo, Talana, Urzulei e Villagrande Strisaili.
I controlli sierologici e virologici indicano che la PSA era perfettamente endemica nei territori di Orgosolo, mentre altrove la situazione era più variegata suggerendo, certamente, l'altissimo rischio di questa pratica di allevamento, ma non necessariamente la sua endemicità in ognuno dei gruppi di maiali e territori in cui gli abbattimenti sono stati effettuati. L’endemicità della PSA ad Orgosolo è presumibilmente dovuta all'alto numero e alla densità dei capi bradi tenuti in quel territorio comunale e alla conseguente elevata probabilità di contatti tra i diversi branchi di maiali, che assicuravano una continua circolazione del virus. Nella sola Orgosolo, fra dicembre 2017 e marzo 2018, sono stati abbattuti 907 capi. In contemporanea e per evitare le azioni di depopolamento, molti detentori di maiali illegali, in tutti gli otto Comuni interessati dagli abbattimenti, hanno macellato clandestinamente i loro animali immettendoli nel mercato abusivo. L'avvistamento dei suini bradi è ora molto più sporadico, rendendo di conseguenza meno facile la stima dei capi rimasti che, a oggi, si ipotizza si siano ridotti a non più del 10-20% rispetto a inizio dicembre 2017. In ogni caso, è sicuro che il numero e la densità sono molto inferiori rispetto al passato e già questo depone a favore di un diminuito rischio di circolazione virale.
“La Sardegna – ha detto Pigliaru - non è mai stata così vicina a eradicare la Peste suina: oggi, nel confronto tra gli esperti internazionali, è emerso chiaramente che, dopo 40 anni, questa partita sta finalmente andando a chiudersi.