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Sono tre su sei gli allevamenti interessati dagli abbattimenti lo scorso 11 novembre fra Sarule e Orani, ad essere risultati positivi al virus della Peste suina africana.
Lo rende noto il rapporto elaborato dall'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, che ha analizzato i prelievi effettuati su 25 dei 39 suini abbattuti due settimane fa, con otto animali positivi.
I focolai di Psa erano scoppiati nei due centri lo scorso maggio e solo l'intervento delle autorità sanitarie e l'immediata emissione delle ordinanze di abbattimento dei maiali malati, firmata dai sindaci del luogo, avevano permesso di circoscrivere e contenere la diffusione del virus.
"Non è sorprendente che a distanza di cinque o sei mesi, su un territorio già colpito dalla Psa, si presentino dei casi di suini, apparentemente sani, ma che dopo i dovuti controlli risultino positivi al virus", spiega il direttore generale dell'Izs, Alberto Laddomada".
"Questi animali sono dei potenziali diffusori della malattia e adeguate misure di controllo devono essere applicate rigorosamente. I dati elaborati su Sarule e Orani descrivono con estrema chiarezza quanto sia lungo e anche difficile contenere un focolaio una volta scoppiato e quanto sia importante garantire il monitoraggio nei mesi seguenti al periodo di criticità. L'elemento che incoraggia - conclude - è legato alla decisiva collaborazione avuta con gli amministratori locali, soprattutto i sindaci, e con gli allevatori proprietari degli animali malati che hanno agevolato e favorito il lavoro del personale dell'Unità di progetto per l'eradicazione della peste suina africana"