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8,4 milioni di euro di risorse per campagne di scavi, restauro dei beni archeologici, valorizzazione dei siti e diffusione dei risultati nelle scuole e nelle Università, secondo un nuovo approccio e nuove azioni strategiche per ciò che concerne la tutela, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio archeologico presente sul territorio isolano.
Il Piano straordinario degli scavi archeologici 2017/2018 è stato presentato ieri mattina nella Biblioteca regionale in viale Trieste a Cagliari alla presenza del Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, all’assessore della Cultura Giuseppe Dessena, dei Sindaci dei Comuni coinvolti e dei rappresentanti della Soprintendenza e del Mibac.
«Il nostro patrimonio archeologico, unico e diffuso in tutto il territorio, è un attrattore formidabile, che può contribuire in misura importante al benessere della Sardegna, portando lavoro e sviluppo anche nelle zone interne. Far diventare realtà questo grande potenziale era un obiettivo di legislatura e oggi, con questo investimento, stiamo facendo un passo avanti decisivo nella direzione giusta». È quanto dichiarato da Pigliaru che ha aggiunto come “E’ tempo di mettere a valore, nella maniera migliore, l’eredità culturale che caratterizza in modo così forte l’identità della nostra regione».
Il Presidente ha ricordato che l’investimento voluto dalla Giunta è senza precedenti per entità ed è pensato non per singoli interventi ma secondo la logica della rete, «Connessa nei periodi storici e nella geografia. La particolare conformazione del panorama archeologico sardo – ha sottolineato – si presta come poche altre cose alla creazione di percorsi di qualità certificata, che devono essere definiti con chiarezza, messi in evidenza e ben gestiti. Su questo puntiamo ed è la condizione necessaria per far sì che intorno si creino sempre più attività e servizi, per rendere fruibile al meglio e in tutta la sua imponenza quello straordinario museo a cielo aperto che è la Sardegna archeologica».
Per il 2017 la Giunta Pigliaru aveva già stanziato 1 milione 900mila euro di risorse, mentre per il 2018 ammontano a 6 milioni 500mila euro. 76 importanti i siti archeologici nei diversi comuni dell’isola che saranno oggetto di intervento.
I beni sono stati individuati e scelti in base alle richieste di finanziamento presentate dagli stessi enti locali, e le segnalazioni da parte del Ministero per i beni e le attività culturali. Saranno garantite azioni di emergenza per i contesti nei quali si profila il rischio di perdita del bene o si sia rilevato un pessimo stato di conservazione. Le Soprintendenze competenti per territorio hanno provveduto sia alla verifica della fattibilità dei lavori dal punto di vista tecnico scientifico, sia alle concessioni di scavo.
Gli interventi riguardano tre epoche storiche: prenuragico, nuragico e medievale giudicale. «È il più ingente e strutturato piano di scavi archeologici che la Regione abbia messo in campo – ha ricordato l’Assessore Dessena-. In collaborazione con gli enti locali, la Soprintendenza e il Mibac, abbiamo individuato i siti in base alle emergenze e urgenze di intervento da effettuare sul bene, per preservarlo e soprattutto valorizzarlo, in una nuova ottica di messa in rete e a sistema: dal cantiere di scavo al museo, è stato curato ogni passaggio perché tutto possa essere fruibile all’utente che voglia godere del nostro vastissimo e ricchissimo patrimonio. Siamo convinti che investire sul patrimonio culturale, materiale e immateriale, sia davvero importante per il rilancio e la crescita economica dei territori dell’isola, in più c’è il passaggio che ritengo importantissimo - per la diffusione dei risultati - nelle scuole e nelle Università. Nel Bilancio regionale abbiamo 74 milioni di euro alla voce beni culturali, di questi denari molti sono stati utilizzati, solo per citare alcune misure, per bandi di gestione dei servizi museali, parchi archeologici ed Eco musei, ancora per le imprese di settore come Culture Lab e Culture Voucher. La Sardegna – ha concluso – , secondo i dati statistici diffusi dal Mibac, è tra le Regioni d’Italia che è cresciuta maggiormente per consumo di beni (+7,6% nel primo semestre 2018) ed è tra le prime dieci Regioni per visite a scavi e siti archeologici. Un risultato che ci rende orgogliosi e gratifica gli sforzi messi in campo».