“L’azione di stanotte dei lavoratori del Sulcis è la dimostrazione più eloquente di una tensione destinata a salire proporzionalmente all’incapacità della politica e delle istituzioni di dare risposte urgenti e non più fumose alla vertenza che riguarda un territorio martoriato dal blocco produttivo e dall’esasperazione sociale.

Continuare a prendere in giro i lavoratori e famiglie con pseudo piani Sulcis, inconsistenti e senza risorse, è inaccettabile e rischia di provocare una reazione durissima sia sul piano sociale che sull’ordine pubblico. La parola d’ordine deve essere: ripresa produttiva. Non possono esserci altri obiettivi se non quelli di rimettere in marcia gli impianti senza tempi biblici che fanno solo il gioco delle lobby energetiche e dei loro complici.

Dall’Alcoa alla Carbosulcis, dall’Eurallumina all’ex Ila non si può continuare a spostare in avanti il problema. Occorre affrontarlo con soluzioni certe e chiare. A partire dalla questione energetica. Se la classe politica non è in grado di imporre una strategia energetico produttiva per il Sulcis e più in generale per la Sardegna vuol dire che è incapace o complice di Enel e company”.

Lo ha detto il deputato sardo Mauro Pili esprimendo il proprio sostegno alle iniziative di lotta dei lavoratori del Sulcis costretti ancora una volta ad una durissima mobilitazione per affrontare le questioni irrisolte legate sia agli ammortizzatori sociali che alla ripresa produttiva.


“Dopo la fallimentare trattativa per vendere Alcoa, perseguita con il solo obiettivo di schivare il tema energetico e salvaguardare gli affari di Enel, il governo – ha dichiarato il parlamentare sardo - è di fatto latitante sulle questioni sostanziali, senza aver dato nessuna indicazione su come intenda gestire la vertenza energetico produttiva del Sulcis. Non affrontare in termini seri e concreti per i prossimi 10/15 anni la questione energetica significa proteggere le speculazioni di Enel a scapito dell’apparato produttivo del Sulcis che si è dovuto fermare per colpa proprio del monopolio energetico esercitato dalla società a capitale pubblico”.


“Vanno perseguite soluzioni che – ha concluso Pili - non possono essere più rinviate, a partire dal contratto bilaterale energetico per 15 anni per il Sulcis e verificare tutte le strade per la ripresa produttiva, dalla soluzione privata, che con determinate condizioni energetiche è fattibile, a quella dell’intervento straordinario e temporaneo della parte pubblica. In questa direzione i provvedimenti prossimi del governo devono dare indicazioni risolutive e non continuare ad intraprendere atteggiamenti dilatori che rischiano di esasperare oltremodo la tensione sociale del Sulcis”.