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Ora Pinuccio riposa.
Sereno. Come il suo corpo appoggiato sul marmo, a piedi nudi, vestito di nero e di rosso bordeaux.
Il volto è 'disteso': bellissimo!
Il male non può più fargli male.
Vicino alla mano destra qualcuno ha appoggiato lo strumento con cui accarezzava le pietre per farle cantare.
Forse una sua volontà, forse no, ma certamente lui avrebbe gradito.
Perché le pietre erano già qui prima che la luce del mondo si levasse.
Prima che quella luce le illuminasse.
Prima che un 'ragazzo' di San Sperate, mai invecchiato nello spirito e nel colore dei suoi pensieri, un giorno le facesse anche 'cantare'.
Pinuccio riposa nella stanza n. 5 della camera mortuaria del Brotzu di Cagliari.
Di fianco i suoi fratelli, cognate, nipoti e gli affetti più cari lo 'proteggono'.
E lo raccontano.
"Lunedí lo avrebbero dimesso, aveva fretta di finire un lavoro, nessuno di noi pensava che questa volta sarebbe stata diversa dalle altre. Qualche settimana ha ricevuto l'abbraccio del Papa, a Roma, con la figlia che lo ha accompagnato. Noi non sapevamo niente, perché lui era fatto così".
Adesso capisco cosa intendesse Pinuccio quando parlava della sua famiglia e di tutti quelli a cui voleva bene.
Lui amava le persone semplici, perché era nato e cresciuto nell'umiltà del resistere.
Una volta mi disse in TV: "Eravamo poveri ma anche felici, perché non misuravamo il nostro benessere con le cose materiali. Ci bastava poco per godere delle bellezze della vita".
Pinuccio ora riposa.
I balconi e le finestre di San Sperate hanno 'coperto' di bianco il suo ultimo ritorno, con lenzuola e un immenso amore.
Lui aveva colorato le mura del suo paese con la sua arte.
Lui aveva portato in quel paese tutti quelli che della sua arte e di quella degli altri avevano gioito.
Un museo a cielo aperto, una casa aperta, un cuore buono pulito e disponibile.
L'addio al Maestro è una domenica di maggio piena di malinconia.
Tanta, tantissima gente accompagna, con un ricordo speciale, colui che ha reso la sua terra più bella di come l'aveva incontrata.
Ora Pinuccio riposa, oppure fatica di creatività in uno spazio più largo da riempire di musica.