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Per ora lo si attende da tempo, o meglio, il box c’è e pure la colonnina che ravvisa la presenza di un Dae nei pressi della sbarra di accesso al porticciolo di Marina Piccola. Rubato o non ancora consegnato da tempo? Ancora è un mistero, ma se quel defibrillatore fosse all’interno del box, esposto al freddo, pioggia e soprattutto sole, potrebbe poi non svolgere il suo corretto funzionamento: quello di salvare vite umane in caso di infarto.
A chiederselo e ad avanzare dubbi sulla vicenda è Simona Buono, (nella foto), specialista del settore in cardio sicurezza pubblica, che da anni promuove una campagna nazionale per spiegare quali peculiarità tecniche deve avere una installazione Dae dedicata al pubblico: “Ma siamo davvero sicuri che il defibrillatore sia stato ben conservato entro una temperatura ottimale e pronto per essere utilizzato in caso di arresto cardiaco? Come indicato in ogni manuale tecnico – sostiene l’esperta - il defibrillatore ed i suoi accessori devono essere conservati entro temperature ottimali: sbalzi termici, o la conservazione oltre i limiti di temperatura potrebbero pregiudicare il corretto funzionamento dello stesso defibrillatore, delle sue batterie e dei suoi elettrodi. Le teche devono essere costruite e progettate per proteggere il defibrillatore dagli effetti estremi degli agenti atmosferici, tramite un sistema di riscaldamento e ventilazione che si attivano automaticamente se si oltrepassa la soglia di temperatura preimpostata in sede di allestimento. Il controllo della temperatura viene visualizzato tramite un semplice display digitale per tenere sempre sotto controllo il livello interno della temperatura della teca. La chiusura/non chiusura avviene tramite sigillo (mai tramite lucchetti) in modo da consentire un rapido accesso al defibrillatore in caso di emergenza: un sistema di allarme all’apertura dello sportello permette la protezione del defibrillatore al loro interno. Il defibrillatore deve essere posizionato in punti di alta visibilità per poter intervenire con facilità e rapidità nel miglior modo possibile: la sua collocazione più indicata è perciò all’interno di un espositore che sia semplice da utilizzare, per risparmiare tempo prezioso in casi in cui ogni secondo è di importanza vitale. Secondo la mia preparazione – aggiunge Simona Buono - posso garantire che quella installazione non risponde alle caratteristiche atte a tutelare il perfetto funzionamento del dispositivo Basti solo pensare che le piastre sia adulte che pediatriche sono ricoperte dal gel che se esposti a fredde o alte temperature possono cristallizzarsi rendendo così inefficace qualsiasi intervento. Ecco perché ad oggi, al mio ruolo imprenditoriale vengo chiamata per spigate tecnicamente quali peculiarità deve avere una dotazione che contribuisce a ridare il giusto ritmo ad un cuore che improvvisamente smette il suo ritmo regolare. Oggi la cardio protezione pubblica – conclude Simona Buono – è sulla bocca di tanti e la coscienza di pochi”.