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Parte ufficialmente a Porto Torres, il BookCrossing per favorire la lettura, lo scambio dei libri e la diffusione della cultura. Tra i protagonisti anche dello Sprar del Comune che hanno realizzato le bacheche s su iniziativa del gestore del progetto, il Gruppo Umana solidarietà, e in collaborazione con la libreria Koinè.
Le postazioni sono state installate el Parco San Gavino, in Piazza Umberto I e nella passeggiata coperta di via Mare.
“Abbiamo accolto favorevolmente questa nuova proposta. Si tratta di una delle tante iniziative che sono state portate avanti grazie allo Sprar, un modello virtuoso di accoglienza, integrazione e incontro tra culture sul quale l'amministrazione di Porto Torres ha scommesso quasi tre anni fa, con ottimi risultati. Il BookCrossing – ha dichiarato l’assessora comunale alle Politiche sociali, Rosella Nuvoli – sarà un valido strumento per promuovere la cultura a costo zero e stimolare i contatti tra i cittadini. Nel Parco San Gavino sono stati già inseriti all'interno della bacheca diversi libri, soprattutto per bambini e giovani in considerazione della tipologia di persone che frequenta l'area verde”.
«Gli ospiti, con il supporto degli operatori del Gus, – ha aggiunto – hanno sposato questa iniziativa costruendo e dipingendo bacheche e supporti. All'esterno sono consultabili le regole del BookCrossing basate sul principio “prendi, riporta e scambia”. Ringrazio i ragazzi, l'associazione Gus, ma anche la libreria Koinè per averci donato i libri utili a far partire l’iniziativa”.
«Siamo stati fra i primi comuni ad aderire allo Sprar – ha sottolineato la Nuvoli – e siamo orgogliosi di aver creato un modello di accoglienza che funziona, dà dignità ed emancipazione. Ci abbiamo creduto sin dall'inizio e gli esiti del progetto fino ad oggi ci hanno dato ragione”.
Un giudizio positivo, il suo, sullo Sprar: “La scadenza della gestione è fissata per fine anno, ma abbiamo dato mandato agli uffici di procedere con una nuova richiesta di finanziamenti al ministero. Un dato da non sottovalutare è anche quello dell’indotto: sette appartamenti di privati vengono utilizzati per ospitare i rifugiati. Inoltre, per le manutenzioni il Gus si avvale di manodopera locale, i ragazzi effettuano acquisti nelle attività cittadine e frequentano palestre o strutture gestite da società sportive locali. Lo Sprar è lo strumento più adatto per governare gli effetti dell'immigrazione anche sul fronte della sicurezza, poiché in più di tre anni di attività non abbiamo mai registrato situazioni a rischio da questo punto di vista – ha concluso l’assessora – e nessuno dei ragazzi è stato protagonista di azioni perseguibili dalle forze dell’ordine”.