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"Occorre che la politica regionale e nazionale intervengano per sbloccare definitivamente questa vertenza che ormai dura da troppo tempo” Anche oggi si sono ritrovati davanti ai cancelli per proseguire lo stato di agitazione dei lavoratori degli appalti licenziati e che operavano nelle lavorazioni all'interno dello stabilimento Sider Alloys di Portovesme, nel Sulcis. Un presidio che dura ormai dagli inizi di dicembre.
"Dopo 5 anni dalla partenza del progetto di riavvio della produzione di alluminio primario oggi stiamo parlando di licenziamenti, dovremmo affrontare dinamiche sulle lavorazioni e delle occupazioni dei lavoratori che da anni aspettano di rientrare, invece si trovano con l'ammortizzatore sociale – dice Giuseppe Masala segretario Fsm-Cisl, anche a nome di Fiom-Cgil e
Uilm - I nove lavoratori della Tecnoproject dal primo dicembre hanno ricevuto la lettera di licenziamento per una riduzione di commesse che vanno ad aggiungersi ai 20 lavoratori licenziati precedentemente, tutte le mattine si ritrovano di fronte ai cancelli in attesa di una risposta. Una risposta che continua a non arrivare. Abbiamo fatto delle richieste d'incontro alla Sider Alloys per capire in che modo intendono andare avanti e affrontare le problematiche legate ai licenziamenti diretti e dell'indotto, anche a fronte del tavolo tecnico avvenuto il 24 novembre al Mimit dove abbiamo appreso a mezzo stampa che tra azienda, Ministero e Invitalia sono cambiate le condizioni per il finanziamento dell'investimento per la realizzazione del piano industriale. È necessario quanto prima, essere messi a conoscenza della situazione e ricevere aggiornamenti sullo stato di avanzamento del cronoprogramma del progetto di rilancio".
In questa situazione di incertezza i sindacati sollecitano la convocazione di un tavolo da parte del ministero sul futuro dello stabilimento. “Serve maggiore attenzione e monitoraggio da parte delle istituzioni per avere garanzie e certezze produttive ed occupazionali" conclude Masala.