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Il Comune di Portoscuso prepara la guerra, "istituzionale e giudiziaria", sull'iter del progetto di riconversione industriale della Portovesme srl, che vorrebbe creare nell'attuale stabilimento un impianto di recupero delle batterie per auto.
In una lettera aperta, inviata al Mimit e alla Regione, il sindaco del Comune nel quale insiste l'area industriale di Portovesme, Ignazio Salvatore Atzori, esprime "rammarico" perché "contrariamente a quanto inizialmente previsto, ci viene negata la possibilità di partecipare alla quarta riunione del gruppo di lavoro in videoconferenza (convocata per questo pomeriggio, ndr), per esplicita richiesta della Glencore per motivi di discutibile riservatezza".
L'amministrazione comunale ricorda che "la Portovesme srl /Li-Cycle darebbe lavoro solo a 372 dipendenti, di cui 120 legati ai processi di recupero della black mass e 252 legati alla gestione dei fumi di acciaieria e dei forni Waelz" e ritiene che il progetto di riconversione industriale porterebbe il territorio "a diventare una piattaforma per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti pericolosi quali fumi di acciaieria e black mass", osserva Atzori ricordando che il territorio è "abbandonato da tempo ad un destino di disoccupazione e spopolamento con l'emigrazione in continuo aumento".