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Altra tappa della presentazione del libro di Salvatore Meloni “Dalla piazza alla libertà”. Si è svolta nei giorni scorsi ad Alghero, nella maestosa Torre Sulis, conosciuta anche come Torre dello Sperone.
Ha introdotto la serata Vittorio Nonis, titolare della libreria “Il Labirinto” e organizzatore dell’evento. Pinuccia Sechi ha coordinato gli interventi, mentre lo scrittore Antonio Budroni ha presentato il libro al fianco dello stesso autore Salvatore Meloni.
Sin dalle prime battute si è percepito un clima diverso rispetto alla prima presentazione del 22 ottobre del 2021, a Villanova Monteleone, paese natio del carabiniere, Medaglia d’Argento al valor militare, Salvatore Meloni, zio dell’autore, trucidato a Roma il 29 maggio del 1944, dalla polizia nazifascista mentre svolgeva il servizio a protezione del Capo di Stato Maggiore del Fronte Militare Clandestino, Generale Angelo Oddone.
Ebbene, l’atmosfera in sala non poteva non risentire della situazione che il mondo intero sta vivendo in questo momento, che non è la guerra alla pandemia, che, se ancora non da archiviare, sembra essere comunque vinta. No, è un’altra guerra, altrettanto letale, che come quella al Covid-19 e varianti sta facendo tremare il mondo intero di fronte al timore non infondato che il conflitto russo-ucraino non nasconda insidie da Terza Guerra Mondiale.
Al momento ci sono un Paese aggressore, la Russia e un Paese aggredito, l’Ucraina. In uno scenario bellico distruttivo iniziato il 24 febbraio, c’è una parola gridata disperatamente dall’intero popolo ucraino e dalla popolazione civile che non è risparmiata, con disumana crudeltà, dallo Stato aggressore: la parola è Resistenza.
Già, Resistenza! Ecco la parola-simbolo che abbiamo celebrato anche ieri, 25 Aprile, nel nostro Paese e che da 62 giorni è drammaticamente attuale e che neanche troppo indirettamente coinvolge improvvisamente tutti, in un mondo in cui il rapporto sempre più positivamente ravvicinato tra Stati si pensava fosse foriero soltanto di decisivi progressi di reciproca civiltà.
Ecco, nella piccola sala, gremita, della Torre Sulis di Alghero, è stato presentato un libro su un fatto eroico della nostra Resistenza di 78 anni fa con uno spirito sì rivolto al passato per viverlo nel presente, ma anche con la preoccupazione che la pace e la libertà non potranno mai essere valori acquisiti per sempre. La consapevolezza, infatti, che non sia così era palpabile ed è emersa, durante il dibattito seguito alla presentazione, da qualche domanda che è sembrata essere più un segnale di allarme che destinata ad avere risposte.
Di certo, ora c’è in Ucraina la Resistenza feroce quanto il desiderio di Libertà del suo popolo. Il futuro di ogni Paese democratico è legato al modo con cui ciascun cittadino vive dentro di sé i valori assoluti della stessa Libertà, della Pace, della Giustizia e della Solidarietà. Si tratta di bandiere universali da issare nel cuore e nella mente e senza le quali non ci potrà essere la necessaria Resistenza di tutti rispetto alle ingiustizie e ai soprusi.
Ecco lo scopo, dunque, del libro di Salvatore Meloni: aggiungere un altro esempio non sufficientemente conosciuto di amor patrio a tutti gli altri che già rappresentano la memoria del nostro Paese, nella consapevolezza che uno Stato democratico ha ben radicati i suoi valori proprio attraverso il ricordo di tutti coloro che sono caduti il per il futuro dei propri figli. Il merito dell’autore è quello di aver portato alla luce la storia di una vita stroncata in giovane età dai nemici della democrazia e di consegnarla alla custodia della memoria collettiva. Una storia che fa parte della nostra Resistenza e che per questo deve essere, come tante altre, conosciuta sin da quando i nostri bambini iniziano a imparare come diventare uomini, ovvero già dalle scuole primarie.