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Si svolgerà domenica 3 marzo, alle 11:00, nel centro di accoglienza dell’area archeologica del Nuraghe Santu Antine a Torralba, la conferenza stampa di presentazione della Mostra “Identità e orizzonti di una civiltà: La Sardegna nuragica” che sarà inaugurata a Venezia, presso la Scuola Grande di San Teodoro, alle ore 16:30 del 6 marzo 2015.
Farà gli onori di casda il sindaco di Torralba Giovanni Uras ed alla conferenza stampa parteciperanno i sindaci dei comuni che hanno aderito all’iniziativa: Rosolino Petretto, sindaco del Comune di Ittireddu amministrazione comunale promotrice della mostra, Laila Dearca, sindaco del Comune di Teti, Michele Deserra, sindaco del Comune di Orune, Antonio Sale, sindaco del Comune di Padria, Stefania Piras, sindaco di Oniferi, Gianna Melis, sindaco del Comune di Esterzili e Mario Deiosso sindaco del Comune di Pattada e attuale presidente dell’Unione dei Comuni del Logudoro.
I Sindaci saranno accompagnati dai rispettivi assessori alla cultura.
Alla conferenza stampa i sindaci hanno voluto dare anche un titolo abbastanza eloquente ed emblematico “NUOVE FORMULE DI PROMOZIONE CULTURALE: I PICCOLI COMUNI SI ASSOCIANO E PORTANO IL NOSTRO PATRIMONIO OLTRE I CONFINI ISOLANI”.
La Mostra “Identità e orizzonti di una civiltà: La Sardegna nuragica” sarà presente a Venezia fino al 20 aprile 2015.
Con la Mostra di Venezia, si chiude virtualmente un ciclo di eventi culturali che hanno portato la civiltà nuragica nelle più prestigiose sedi della cultura italiana: Roma, Genova, Firenze e adesso Venezia.
Sostanzialmente l’aspetto “innovativo” nell’ambito delle esperienze di promozione culturale maturata in questi anni in Sardegna è che, per la prima volta, un gruppo di comuni che fanno parte di ambiti territoriali anche molto distanti fra loro si sono spontaneamente consorziati con un preciso obiettivo: trasportare fuori dai confini isolani un pezzo della nostra cultura millenaria.
Il nodo cruciale e la logica che ha animato le Amministrazioni locali è strettamente legato al numero di potenziali utenti o fruitori dei beni culturali nell’isola.
Per quanto si evidenzi una progressiva implementazione del turismo culturale e un sempre maggiore interesse da parte dei sardi nei confronti del nostro patrimonio, è altrettanto evidente notare come il gruppo umano su cui si può fare affidamento è decisamente ridotto.
L’unica formula alternativa era pertanto quella di mostrare una parte della nostra storia millenaria nei più importanti luoghi della cultura della penisola. In questa maniera si è messo in moto un dialogo o se si preferisce una dialogica culturale.
In altre parole le diverse edizioni della Mostra, continuamente rinnovata anche in funzione degli spazi espositivi messi a disposizione non hanno avuto la semplice funzione di esposizione di oggetti/reperti ma piuttosto di stimolo sul fruitore, anche straniero, a visitare in prima persona, nell’isola la straordinaria ricchezza del nostro patrimonio.
Lo scambio non unilaterale fra le esperienze maturate nell’isola e le informazioni raccolte in queste sedi mondiali della cultura, hanno permesso di maturare nuove esperienze, di raccogliere nuove idee e nuovi stimoli.
Che la strada che si sta percorrendo sia quella giusta è piuttosto evidente considerando i numeri delle presenze nei siti dei comuni coinvolti.