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“Ve le ricordate le sparate "non mi alzo da questo tavolo se il latte non viene pagato un euro a litro”? Si sono alzati e il late è rimasto nella soglia della povertà: dopo dieci mesi la conclusione è 0.80 euro a litro. Roba da strozzinaggio. Molto meno di quanto costa produrre quell'oro bianco sfruttato e bistrattato da tutti, dalla politica e dai potentati del settore”.
A dirlo è il leader di Unidos, Mauro Pili, che ha voluto dire la sua sulla vicenda del prezzo del latte.
“600 pastori alla sbarra, migliaia di litri versati per strada e il latte resta ai minimi termini. Il conguaglio è di 8 centesimi. Come volevasi dimostrare. Hanno stanziato denari, ma non li hanno mai usati, i decreti erano roba per dilettanti allo sbaraglio e sopratutto non hanno mai affrontato il cuore del problema: l'Autorità regolatrice della produzione di latte e pecorino”, queste ancora le sue parole.
Per Pili “Si è preferito tenere in piedi organismi inutili, privi di qualsiasi logica, senza poteri e senza autonomia. Nessun soggetto terzo, ma sempre tutto in mano ai padroni del vapore. E la politica ha fatto gazzosa, pur di non disturbare i potentati. Ha cercato di sostituire il carnefice dell'acconto: prima era l'industriale adesso è la banca. La stessa banca che sta mandando in fallimento centinaia, se non migliaia, di aziende agricole e zootecniche”.
“Nessuno strumento – a suo modo di vedere – che mettesse in condizioni i pastori di rompere le catene, il nodo scorsoio con gli speculatori del sistema. Ho detto più volte, spiegato e proposto formalmente, l'esigenza di un'autority terza che imponesse quote, assegnasse parametri, regolasse le trasformazioni, tracciasse gli orizzonti della diversificazione”.
“Un soggetto – sottolinea Pili – super partes in grado di ordinare il sistema, senza alcun ricatto. E, invece, nonostante una delle più imponenti proteste del secolo il latte viene ancora una volta sottopagato e sopratutto si ricomincia da capo. Nuovi tavoli, interminabili, pletorici, inutili e inconcludenti, sino al nuovo giro e nuova corsa”.
“Serve – questo il suo punto di vista – un magistrato del latte a capo di un'Authority con pieni poteri, che sottragga i pastori dalle forche caudine degli industriali e della politica. Occorre rifuggere dai perenni inganni delle sovraproduzioni e delle eccedenze, finte e artefatte, con il solo obiettivo di abbassare il prezzo del latte salvo, poi, accorgersi che la speculazione si è consumata senza colpo ferire. E bisogna smetterla di credere ad ogni cretino che viene in terra di Sardegna ad imbrigliare il prossimo, a fare promosse per strappare qualche voto e poi scappare dalle responsabilità”.
“In Sardegna – aggiunge Pili – resta una giunta di incapaci con un settore allo sbando senza testa e senza gambe. Tutto fermo alla ricerca di altri soldi per finanziare la burocrazia che hanno creato. Altri soldi per finanziare scartoffie le stesse che la politica ha generato”.
“Nessuna soluzione seria e concreta – conclude – per dare risposte al settore, finanzieranno altre procedure, senza mai perseguire il risultato. Inutile perdere tempo a spiegargli come si deve fare, basterebbe guardare a soluzioni già adottate nel passato, ma il rischio è che non lo capiscano e facciano altri danni. Sino a quando non si capirà che il problema è la testa non le braccia”.