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«Leggo che anche Emiliano Deiana voterà alle Primarias. So che lo farà a titolo personale e non come presidente dell'ANCI Sardegna o come Sindaco di Bortigiadas. Resta il fatto che lo sta facendo dichiarandolo pubblicamente e per questo lo ringrazio sentitamente. Perché chi, avendo importanti ruoli pubblici, vota e dice di votare aiuta altri a prendere il coraggio a partecipare».
Così Franciscu Sedda, Presidente nazionale del Partito dei Sardi. «Approfitto delle sue parole, e dei suoi dubbi sul secondo quesito relativo ai candidati alla Presidenza, per un chiarimento doveroso – ha aggiunto-. Anche perché ne va del mio personale impegno a far sì che le Primarias fossero un evento il più partecipato e condiviso possibile. In sintesi. Dopo l'Assemblea Popolare di Losa del 16 settembre a fine mese, con una serie di "Lettere" indirizzate a Luciano Uras ma rivolte a laburisti, liberali e va da sé agli indipendentisti, ho cercato di far capire che lo spazio delle Primarias non solo era aperto ma che il quesito sulla Nazione Sarda era stato formulato proprio per consentire anche a chi aveva dubbi o voleva votare No di entrare dentro un terreno nuovo, di confronto e crescita collettiva (cosa per cui, mi onoro di dirlo, sono stato bersaglio delle solite accuse di tradimento della patria)».
Per Sedda «Davanti alle indecisioni di alcuni e al silenzio di moltissimi, con il tempo che passava inesorabilmente e cupe ombre che si allungavano sulla Sardegna, abbiamo approntato delle regole e delle modalità di voto molto generali che sono state aperte al dibattito collettivo per dieci giorni, fino al 28 ottobre. Ma nessuno è entrato nel merito né ha chiesto incontri diretti (e formali, gli unici che per me contano) per chiarimenti. Anche dopo questa data – prosegue il Presidente nazionale nella nota – mentre quattro persone della società civile che mai avevano partecipato al Partito dei Sardi si candidavano alle Primarias, ho favorito informalmente uno spazio di confronto sul merito e ho costantemente ribadito in TV e su Facebook, mezzo che Emiliano usa con maestria, "nessuno si senta escluso". Tutto ciò ha dato come esito un tavolo una tantum con il Segretario e il vicesegretario del PD, in cui abbiamo constatato che molti dubbi procedurali erano frutto di incomprensioni o comunque superabili o ancora che eventuali correzioni potevano essere apportate».
«Perché dunque il centrosinistra sardo alla fine non ha partecipato ufficialmente alle Primarias – ha aggiunto –, anche con un suo candidato, visto che oggi in molti, apertamente o meno, apprezzano la consultazione sulla Nazione? Io direi che il punto è che al 16 di Novembre il centrosinistra non aveva ancora un candidato. E nemmeno il candidato è arrivato mentre prorogavamo il termine di chiusura delle Primarias».
«Ora questo fatto, che io capisco e rispetto, non può diventare colpa delle "regole" delle Primarias che non c'entrano una cipolla, se mi è permesso. Dunque, guardiamo al presente. Il centrosinistra – ha concluso Sedda – ha scelto, dopo tutto il processo descritto, il suo candidato in maniera più ristretta e tradizionale ma pur sempre rispettabilissima; le Primarias un candidato lo stanno esprimendo attraverso un inedito (e segreto, sicuro) voto universale che riguarda potenzialmente più di un milione di sardi. Caro Emiliano, partiamo da questi dati di fatto e dal piacere di condividere il voto sulla Nazione Sarda per guardare avanti».
Poche ore prima, in un’altra nota lo stesso Sedda, aveva dichiarato come «Le parole del vicepresidente della Sardegna Raffaele Paci, con la sua convinta adesione al voto proposto dalle Primarias e l’altrettanto convinta scelta di votare a favore della Nazione sarda, mi sembra un ottimo segno. È la dimostrazione che le Primarias stanno sollecitando in profondità il desiderio dei sardi di esprimersi su un punto decisivo per la nostra esistenza presente e futura».
«Solo un rito democratico e collettivo fra sardi può far emergere quella nuova coscienza civica e nazionale che sta maturando ben oltre il mondo rappresentato dal Partito dei Sardi o dall’indipendentismo e che è l’unica che può portarci ad una nuova tappa nel governo della Sardegna e del nostro riconoscimento in Europa. Grazie – ha rimarcato – dunque a Raffaele Paci per aver votato, per aver detto Sì alla Natzione, per averlo voluto rendere pubblico».
«Con l'occasione ci tengo a dire un grazie speciale a tutte le persone che in queste ore stanno votando. È davvero commovente vedere giovanissimi, donne, anziani, emigrati, persone di partiti diversi o disillusi dalla politica, ritrovare – ha dichiartato Sedda – il piacere di sentirsi protagonisti del destino della Sardegna e volerlo condividere con tutti gli altri in rete o via whatsapp».
«La speranza è che sempre più persone, stimolate dal coraggio di tanta gente comune, vogliano fare un gesto mai fatto prima e dare un segno al mondo che i sardi sono pronti a riprendere la parola. Qualunque cosa decideranno di votare faranno comunque sapere che i sardi esistono e nessuno può decidere al nostro posto. Dunque – questo il suo auspicio – nessuno si senta escluso. Le Primarias sono di tutti i sardi che hanno voglia di sperimentare libertà».