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"Mia figlia era una persona diversa, da quel momento ha iniziato un periodo tragico in cui era solo un corpo che camminava". E' uno dei passaggi chiave del racconto in aula a porte chiuse della madre di Silvia, la ragazza italo-norvegese presunta vittima di uno stupro di gruppo in Costa Smeralda nell'estate 2019, riferita dagli avvocati delle parti lese nel processo contro Ciro Grillo e suoi tre amici genovesi.
La ragazza, che all'epoca dei fatti aveva 19 anni, ora vive all'estero. Gli avvocati della difesa dei quattro imputati stanno entrando nello specifico dei messaggi e delle telefonate che la ragazza si sarebbe scambiata con gli amici.
Il suo racconto della mamma della ragazza è andato avanti per oltre quattro ore. La donna ha lasciato l'aula del Tribunale di Tempio passando da un'ingresso secondario ed evitando di incontrare i giornalisti con cui non vuole parlare. Subito dopo è stata chiamata a testimoniare la consulente tecnica della Procura, che si è occupata di tradurre i messaggi scambiati dalla ragazza con un'amica. La testimonianza è durata circa cinque minuti. Ora è la volta del padre della presunta vittima.