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Il processo a porte chiuse per il presunto stupro di gruppo, che sarebbe avvenuto nell'estate del 2019 in Costa Smeralda, entrerà di nuovo nel vivo fra poco più di un mese. Il Tribunale di Tempio Pausania, dopo l'udienza tecnica di oggi, ha infatti aggiornato il dibattimento al 13 e 14 giugno: l'udienza clou è attesa per venerdì 14. Allora parleranno in aula i quattro imputati, Ciro Grillo - forse già il 14 - e tre suoi amici genovesi, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.
Ad accusarli è una studentessa italo norvegese, 19enne all'epoca dei fatti. Insieme ad una sua amica norvegese, anche lei presunta vittima di abusi per alcune foto a sfondo sessuale, erano entrambe nella villetta della famiglia Grillo, a Porto Cervo, la notte tra il 16 e 17 luglio di 5 anni fa.
Rientrata a Milano, la studentessa aveva denunciato i quattro ai carabinieri: per lei, quella fu una notte da incubo che le ha lasciato il segno. Ancora oggi la ragazza, che di anni ne ha 23, vive una situazione di fragilità psicologica che la rende particolarmente vulnerabile. La studentessa è stata ascoltata per sei udienze, due delle quali in audizione protetta, nascosta da un drappo nero.
Dal 14 giugno toccherà agli imputati raccontare la loro verità davanti ai giudici, il procuratore Gregorio Capasso, gli avvocati della difesa e di parte civile. Da sempre Ciro Grillo e i suoi tre amici hanno sostenuto che quel rapporto sessuale e le altre presunte violenze non furono estorte ma consensuali.
Ora si tratta di capire se Ciro e compagni vorranno testimoniare: di sicuro saranno presenti nel giorno in cui sono previste le audizioni, ma solo a ridosso dell'udienza gli avvocati decideranno quale linea adottare.
Oggi si è tenuta un'udienza tecnica in cui il perito informatico forense, Mario Calonzi, nominato dagli avvocati di parte civile, Giulia Bongiorno e Dario Romano, ha esposto i suoi dati e spiegato ai giudici le modalità per l'acquisizione agli atti processuali della grande mole di trascrizioni di telefonate e messaggi, compresi quelli vocali, e foto via chat, intercorsi tra le due presunte vittime e gli imputati.
"Si è verificato un problema di identificazione di tutto il materiale - ha spiegato a fine udienza l'avvocata del pool di difesa Antonella Cuccuressu -, che non è poco e che è composto da documenti, chat, fotografie e dati tecnici di celle telefoniche".