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E' ripreso stamane, intorno alle 11, nell'aula del Tribunale di Tempio Pausania, il processo a porte chiuse per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese di cui sono accusati Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia. Si tratta della sesta udienza, nella quale sul banco dei testimoni è seduta la presunta vittima e principale accusatrice dei quattro.
I fatti risalirebbero alla notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villa a Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo. Anche l'udienza di oggi si sta svolgendo in modalità protetta. Su richiesta presentata dall'avvocata di parte civile Giulia Bongiorno e accolta dal collegio giudicante presieduto da Marco Contu, la studentessa ha risposto ieri alle domande degli avvocati difensori coperta da un drappo nero che le impedisce di incrociare i loro sguardi. Il contro esame della presunta vittima è stato svolto dall'avvocato di Edoardo Capitta, Mariano Mameli. La parola è poi passata al procuratore Gregorio Capasso e ai legali di parte civile.
La 23enne si è rifiutata di vedere le immagini, pochi secondi, del video girato dagli imputati la notte del presunto stupro ed ha abbandonato ieri l'aula, a manifestazione della sua emotività nel ricordare le parti più sensibili di questa vicenda. E' stato l'avvocato Alessandro Vaccaro, difensore di Lauria, a chiedere e ottenere che si proiettasse il breve filmato in aula. Una visione necessaria, a suo dire, per porre domande e fare contestazioni alla giovane, all'epoca 19enne, su quanto da lei raccontato in precedenza.
"Ho visto tutto nero, il mio corpo non mi rispondeva, ho avuto un mancamento e sono svenuta", sono le risposte che anche ieri la ragazza ha ripetuto davanti alle obiezioni dei legali degli imputati.