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"Non si compensano con tredici giorni di scuola, a fine giugno, le carenze di apprendimento eventualmente create da quasi un anno e mezzo in cui, per non staccare totalmente la spina alla scuola, si è ricorso alla didattica a distanza e alla didattica integrata". Così la Cisl Sardegna esprime la sua contrarietà al prolungamento delle lezioni per altre due settimane a giugno.
"E' opportuno tornare ai veri problemi della scuola - spiega la segretaria Maria Luisa Serra -. Un punto deve essere chiaro: tutti i dirigenti, i docenti e il personale Ata in questo anno di emergenza hanno lavorato seriamente, operando per 'far classe' anche da 'remoto' e stare vicino agli studenti nonostante la didattica a distanza, impegnandosi ben oltre l'orario di servizio".
"Se qualcosa non ha funzionato - sostiene il sindacato - andrebbe cercato fuori dal sistema scolastico: trasporti, soprattutto, quindi connessioni a internet, non disponibilità in tutte le famiglie di pc".
"L'anno scolastico 2020-21, quello che ha visto manifestarsi la pandemia da coronavirus, è iniziato come è finito - spiega ancora Serra -, cioè senza interventi in grado di contrastare efficacemente i rischi di contagio. Ancora manca un'indicazione da parte del ministero dell'Istruzione ai propri dipendenti su un piano vaccinale esteso a tutti gli operatori scolastici e agli studenti".
"Bisogna occuparsi di tutti quegli aspetti che possono migliorare la scuola: dalla definizione delle modalità di svolgimento degli esami di maturità e delle medie alla questione organici", conclude la Cisl.