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I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Sassari, al termine di una complessa attività di indagine, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Domenico Fiordalisi, durata circa 10 mesi, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, emessa dal Tribunale di Tempio Pausania, su richiesta di quella Procura, nei confronti di 13 persone di nazionalità italiana e rumena.
La custodia in carcere è stata disposta per Mauro Angius, 58enne di Cagliari, Elios Serra, 27enne di Sassari, Vasile Viorel Nicolae e Niculina Ursulescu, rumeni rispettivamente di 31 e 32 anni, tutti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. All’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria sono stati invece sottoposti Biagio Marginesu, 26enne di Sassari, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, Ionut Trana e Madalina Maria Gruinea, rumeni di 34 e 23 anni, per favoreggiamento della prostituzione, Georgica Dinu, 47enne e Florin Zainea, 30enne, tutti rumeni, per i reati di favoreggiamento della prostituzione e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Altre quattro persone, invece, 2 destinatari di custodia cautelare in carcere e 2 dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria sono, allo stato, irreperibili.
Inoltre, sono state poste sotto sequestro preventivo 5 case a Sassari, Olbia (qui due), Selargius e Cagliari, nel quartiere di Pirri, dove le donne rumene si prostituivano. L’indagine, avviata a seguito dell’acquisizione di alcune utenze cellulari pubblicizzate in vari siti internet per il contatto diretto con le prostitute, è proseguita con pedinamenti, servizi di osservazione e sopralluoghi che hanno fatto emergere un rilevante giro d’affari legato all’attività di meretricio che veniva esercitata in alcune case d’appuntamento situate in tutta l’isola.
L'attività di indagine avrebbe anche consentito di documentare frequenti spostamenti tra l’est Europa e la Sardegna di donne, tutte molto giovani e spesso alle prime esperienze, che venivano “assoldate” in Romania con la promessa di lauti guadagni e successivamente, una volta giunte in Sardegna, avviate alle prostituzione.
Inoltre, secondo quanto accertato dai militari, alle donne veniva data della droga con lo scopo di ridurre i loro freni inibitori.