Le vie del sesso all’aperto o clandestino in auto, con i vetri appannati dei clienti: cifre da poche decine di euro per gli incontri alla periferia del capoluogo cagliaritano, stessa scena ogni giorno, stesso “film” di desolazione e triste realtà: dalle ore 8 del mattino fino all’alba dell’indomani, la zona periferica tra viale Monastir e l’area commerciale di viale Elmas, è così: decine di prostitute di colore hanno creato negli anni un luogo di degrado e sporcizia. Tra migliaia di profilattici usati e fazzoletti sporchi, roghi e fuochi tossici per scaldarsi durante la notte e clienti abituali, la frequentazione di quell’area semi-nascosta tra i cannetti adiacenti che fungono da sipario per incontri di sesso a piedi.  I focolai notturni, con tanto di pericolo incombente per i terreni incolti accanto, rimangono un incubo, con densi nubi di fumo tossico che si sprigionano nell’area del centro abitato tra Mulinu Becciu e Su Planu.

I PROVVEDIMENTI. Ruspe di tanto in tanto in azione e operai al lavoro incaricati dal Servizio Igiene e Suolo Pubblico per ripulire lo spiazzo sterrato accanto ai capannoni artigianali antistanti lo sconcio, ma è tutto inutile perché Comune di Cagliari e Autorità competenti non riescono a dare un taglio decisivo e concreto a questo inquietante e abitudinario scenario: un problema sociale a macchia di leopardo, nel quale le nigeriane hanno abitualmente preso possesso delle postazioni tra i marciapiedi di via Del Fangario, Del Commercio e viale Elmas. Nemmeno i residenti delle cosiddette zone “rosse” delle lucciole riescono a trovare pace, sebbene gli esposti in Questura e nelle rispettive stazioni dei Carabinieri sono all’ordine del giorno: il risultato non cambia.