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Rumorosa protesta a Cagliari di circa 500 lavoratori di Poste Italiane contro il piano di privatizzazione della società che - denunciano - mette a rischio oltre 750 posti di lavoro sui 3.500 in Sardegna.
I manifestanti, giunti da diverse parti della Sardegna, hanno sfilato da stamattina alle 9 nel centro di Cagliari.
Il corteo, con striscioni e bandiere di Cgil, Cisl e Uil, e' partito da viale Bonaria per percorrere via Roma e raggiungere il Consiglio regionale. Proseguirà fino alla piazza del Carmine davanti al palazzo della rappresentanza del governo.
"Alla Regione e alla politica in generale", ha detto Antonio Zedda della Cgil Slc, "chiediamo di valutare le pesanti conseguenze del programma di privatizzazione delle Poste sui territori e nei centri più piccoli in termini di qualità e quantità dei servizi offerti".
Secondo Timoteo Baralla, della Cisl Slp, ha aderito allo sciopero in Sardegna circa l'80% dei lavoratori. "Garantiamo comunque i servizi essenziali", ha assicurato, "in tutti gli uffici che sono presidiati dai lavoratori".
La mobilitazione è stata decisa dai sindacati - è spiegato in un volantino diffuso dai manifestanti - per protestare contro la recente decisione del Consiglio dei ministri di quotare in Borsa, dopo un pacchetto di oltre il 30% a ottobre 2015, un ulteriore 29,7% della società e di conferire alla Cassa Depositi e Prestiti la parte rimanente del capitale con l'uscita definitiva del ministero dell'Economia dall'azionariato.