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A young hand holding an elderly pair of hands
Nell’aula magna della facoltà di Medicina – Cittadella universitaria di Monserrato - in questi giorni si svolge il meeting internazionale sui temi della salute mentale e dei diritti delle persone con disabilità psicosociale nell’area mediterranea organizzato dal professor Mauro Giovanni Carta, direttore del Centro di psichiatria e di consultazione psicosomatica dell’Azienda ospedaliera-universitaria di Cagliari.
L’evento “Implementing WHO Quality Rights project in the Mediterranean Area, si è aperto ieri. Stamani è intervenuto anche Luigi Arru, assessore regionale Sanità. Ai lavori prendono parte i ministeri della Salute del Libano e dell’Albania, ricercatori provenienti da Austria, Canada, Francia, Italia, Svizzera, Tunisia e Stati Uniti.
L’ACCORDO CON L’ATENEO. Per implementare l’azione nell’area mediterranea la WHO ha siglato un’intesa con l’Università di Cagliari. Il professor Carta e Michelle Funk (Oms, Ginevra) sono co-chairmen.
DIRITTI E ASSISTENZA. I NUMERI IN SARDEGNA. “In molti paesi i disabili psicosociali sono stigmatizzati, discriminati e soggetti a violazione dei diritti umani più basilari. La maggior parte dei servizi di salute mentale nel mondo non ha un approccio basato sul rispetto dei diritti umani e spesso - dice Mauro Carta - agli utenti è negata l’opportunità di essere coinvolti nelle decisioni sul loro trattamento e su altri problemi che li riguardano. In Sardegna il tre per cento della popolazione, ovvero 45mila pazienti, ha problemi molto gravi: tra questi, schizofrenia, disturbi della personalità e bipolari.
Queste persone vanno supportate affinché imparino a prendere le proprie decisioni. È questo l’obiettivo del progetto: assisterli dando loro la massima libertà, allenarli a muoversi in autonomia per affrontare la quotidianità. Inoltre, c’è una fetta più grande della popolazione pari a circa il 10 per cento, circa 150mila persone, che può avere problemi transitori, come un episodio depressivo o una reazione ansiosa. Peraltro, la Sardegna vive problemi legati agli emigrati. Spesso, chi è torna è più debole e rientra con un figlio fragile e magari senza lavoro.
I migranti? Tra quelli che arrivano da noi, un quindici per cento ha problemi dovuti a disturbi post traumatico da stress. Ma nei campi dei rifugiati che abbiamo visitato in Burkina Faso, Libano e Giordania si arriva anche al cinquanta per cento”. Il professor Carta amplia l’analisi. “Siamo al centro di un importante progetto per la difesa dei diritti dei disabili psicosociali, in collaborazione stretta con l’Oms che, in un momento di conflitti e con il problema dei rifugiati, ci riconosce un ruolo importante, sia in quanto eredi della tradizione di Basaglia, sia da cagliaritani che hanno fatto molto nel Mediterraneo dal punto di vista culturale.
L’Università di Cagliari entra in un percorso internazionale in cui può immettere ragazzi in formazione. Significa - conclude lo specialista - avere opzioni utili in un grande processo di cambiamento: inseriremo il corso formativo di Who-Quality rights all’ultimo anno del corso di tecnico per la riabilitazione psichiatrica. Ovvero, il modo per avere subito la certificazione Oms indispensabile per la professione”.