Lei si chiama Federica Sarigu, ha 36 anni, vive a Quartu Sant'Elena e ha una grande passione: quella per la lana di pecora, nata, come ci racconta, “da quando è entrato nella mia vita un agnellino di 20 giorni, che ora ha 7 anni, di nome Tandeddu”.

“Successivamente – ci spiega - la famiglia ovina si è allargata e con essa anche la mia manualità nella lavorazione della lana”. Cosa realizza con questa fibra molto apprezzata? Sciarpe imbottite, sciarpe al telaio, cuscini, vasi, fiori e portacandele (foto in basso), ma ci sono anche “tanti altri progetti in fase di realizzazione”.

Stefania, quante volte all'anno si fa la tosatura e in quale periodo?

“Le pecore si tosano una volta all'anno nel periodo tarda primavera, più o meno fine maggio primi di giugno.”

A che età hai tosato la prima pecora?

Ho tosato la prima pecora sette anni fa con la mia prima pecora Tandeddu”

Chi te lo ha insegnato?

“Mi sono documentata tramite video e testimonianze di allevatori della zona”

Ci spieghi le cinque fasi di lavorazione della lana?

“La prima è la cernita. Dopo la tosatura si passa alla cernita della lana. Si rimuovono le parti meno pregiate (coda pancia eccetera) e si eliminano gli eventuali corpi estranei (come l’erba); la fase due è quella del lavaggio e dell’asciugatura: dopo la cernita si passa al lavaggio della lana con acqua corrente fredda e pochissimo sapone liquido. Dopodiché viene messa all'interno di sacchi traforati e disposti in un luogo ventilato per farla asciugare naturalmente. La fase tre è quella della cardatura: dopo il lavaggio e asciugatura si passa alla cardatura della lana mediante carde a mano o cardatrici a tamburo. In seguito alla cardatura si ricava una falda di lana indispensabile per la filatura. La fase quattro è quella della filatura: mediante filatoio a ruota o mediante fuso, la lana cardata viene abilmente lavorata per creare un morbidissimo filato. Infine, la fase 5 è quella della tintura naturale: si raccolgono le piante tintorie presenti nel nostro territorio e si mettono a bollire per alcune ore, dopodiché si filtra l'acqua con i pigmenti del colore e si immerge la lana e la si lascia bollire per il tempo sufficiente alla colorazione desiderata. Si ottiene un colore del tutto privo di sostanze chimiche.”

Stefania quale è il tuo obiettivo?

“E’ quello di divulgare il più possibile il rispetto per l'animale così tanto presente in Sardegna e valorizzare la filiera della lana (ormai ricordo di poche donne sarde), quindi dalla tosa della pecora per passare a tutte le fasi di lavorazione sopra descritte. E poi sarebbe bello mettere in piedi dei progetti nelle scuole.”

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