La speranza è sempre l’ultima a morire, ma la sensazione è che sia esalato anche per lei l’ultimo respiro: è sempre più difficile credere e programmare per chi ha un’attività imprenditoriale, poiché il rischio culmina troppo e di frequente nel fallimento di un obiettivo.

STOP ALLA ZONA GIALLA La decisione del Governo di sospendere le zone gialle fino al 30 aprile manda in fumo, ancora una volta, la possibilità di lavorare per gli operatori del turismo, della ristorazione, dello spettacolo, minando la possibilità di garantire un futuro alle aziende e a tutte le attività connesse ai vari settori.

LA STORIA DELL'HOTEL CUALBU DI FONNI Delia Cualbu è un’imprenditrice di Fonni. Nelle sue parole si legge la desolazione di chi ogni volta cerca di accendere la speranza che si possa riattivare la macchina del lavoro, nel rispetto e nei margini di un periodo complesso, e che poi sprofonda nella disperazione per le continue chiusure imposte dalle misure ministeriali. Insieme alla sua famiglia gestisce l’Hotel Cualbu, una struttura di successo che offre un ottimo servizio di ristorazione, occupazione e ben 150 posti letto nel cuore dell’abitato di Fonni.

“Io ho finito le parole, le parolacce, le smorfie, i pensieri. Serve un nuovo modo per definire l’indefinibile. E non è questione del “di chi è colpa?” adesso è questione di “chi sopravvivrà?” Nel campo della ristorazione, del turismo e in tutti i settori che non vedono più uno spiraglio di luce da tempo. E se dopo oltre un anno questo è il modo migliore che abbiamo di gestire la situazione, mi viene da pensare che come esseri umani abbiamo fallito e che ci convenga convertirci in virus. Almeno non avremo il “problema” di voler lavorare. Perché ormai poter lavorare è diventato un lusso, almeno per alcuni di noi. Su cosa sarebbe fondata l’Italia? Sul lavoro? Anche no...a quanto pare”.

DISDETTE CONTINUE L’Hotel Cualbu per le imminenti festività di Pasqua aveva già registrato numerose prenotazioni che sono state ovviamente cancellate.

“L’incubo si ripete - spiega Delia Cualbu -. Abbiamo nuovamente dovuto annullare tutto e restituire le caparre per ricadere nella frustrazione in cui eravamo precipitati durante l’inverno. A Natale, Capodanno e nei week-end successivi siamo stati trattati come se fossimo un interruttore on-off. Un anno intero di sofferenze, sacrifici e rinunce non ha portato da nessuna parte. Lavorare per alcune categorie, come la nostra, è diventato un lusso. La ristorazione, il turismo, gli eventi. Non possiamo lavorare. Oggi si può parlare di una questione di vita o di morte delle aziende. Il cambio di Governo sembra che non sia servito a nulla. Continuiamo ad essere ignorati e la nostra voce continua a rimanere inascoltata. Alcuni di noi non potranno aprire più. Sono profondamente dispiaciuta che dal Governo centrale non venga ascoltata la voce della nostra Regione. I dati non sono di certo quelli che giustificano la zona arancione.”

LE PAROLE DEL PRESIDENTE SOLINAS Questa mattina a Villa Devoto il Presidente della Regione Christian Solinas si è detto dispiaciuto profondamente “per i tanti esercizi commerciali, che pagano questo valzer dei colori con chiusure e riaperture in maniera disordinata, che pregiudicano la possibilità di un reddito di mantenere una continuità aziendale".