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“Selvaggia Lucarelli con sprezzo del pericolo (e del ridicolo) ha gettato un’ombra di sospetto sulla raccolta di fondi in favore di Mara, la giovane di Fluminimaggiore in coma da oltre due mesi in un ospedale australiano. Offendendo quindi me, che sono il promotore della raccolta, nonché sindaco del paese e l’intera comunità, da mesi al fianco di Mara e della sua famiglia”. E’ durissimo il commento del sindaco di Fluminimaggiore, Marco Corrias, dopo una storia pubblicata recentemente su Instagram dalla giornalista e opinionista.
“Mi hanno insegnato che un giornalista prima di spargere in giro ombre e schizzi di fango ha il dovere di informarsi, se possibile, dai protagonisti stessi della vicenda. Specialmente quando, come ho fatto io oggi, le si mette a disposizione telefono e indirizzo email, ben prima che si lasciasse andare a un’insinuazione di bassa lega. Evidentemente ha puntato a incrementare il già cospicuo patrimonio di followers. In compenso si è guadagnata il disprezzo di migliaia di persone generose e dell’intera nostra comunità” ha aggiunto Corrias nel post pubblicato su Facebook.
Ma come è nata questa polemica? Da circa due anni Selvaggia Lucarelli si sta occupando di alcune raccolte fondi, cercando di avere delucidazioni – soprattutto dalle famiglie – sulla gestione del denaro. E la sua attenzione è caduta sulla storia di Mara dopo un messaggio inviato da un follower e rilanciato dalla stessa Lucarelli. “Inizialmente volevano arrivare a 25.000 dopo un’ora erano arrivati alla cifra. L’hanno alzata a 45.000 dicendo che le spese erano cambiate. Arrivati a 45.000 in due giorni. A distanza di circa una settimana la raccolta è ancora aperta e siamo a 71.000” si legge nel messaggio.
Nel frattempo, però, la raccolta fondi è stata chiusa e questa circostanza ha insospettito la giornalista. “Quindi due ore fa dico che mi insospettisce una raccolta fondi e ora improvvisamente CHIUDE” ha scritto la Lucarelli in una storia successiva sul proprio profilo Instagram, condividendo il messaggio di chiusura della campagna. Da qui la dura risposta del sindaco di Fluminimaggiore.
La storia. Mara è una giovane donna di Fluminimaggiore (piccolo paese del sud Sardegna) che da oltre due mesi si trova in stato di coma profondo all'Alfred Hospital di Melbourne in Australia. È stata trovata una mattina riversa in stato di incoscienza nella casa in cui era ospitata come ragazza alla pari e immediatamente ricoverata. I medici hanno constatato un generale collasso di tutti gli organi interni, e non danno molte speranze che possa svegliarsi. I suoi genitori, Paolo e Donatella, sono volati immediatamente in Australia per starle accanto, e là si trovano tra mille difficoltà nella speranza, finora vana, che la loro amata figlia si risvegli.
L’appello del sindaco. La storia di Mara è stata riferita dal sindaco di Fluminimaggiore, Marco Corrias, che ha chiesto di sostenere la famiglia, lanciando la raccolta fondi. “Due genitori perbene e onesti, come tutta la famiglia, che finora a costo di enormi sacrifici sono riusciti a restare a fianco di Mara anche grazie ai contributi della comunità di Fluminimaggiore e della Caritas diocesana di Iglesias. Ora i medici dell'Alfred Hospital hanno concesso la possibilità di poter riportare Mara in Sardegna, all'ospedale Brotzu di Cagliari, ma con i pochi mezzi che hanno, i due genitori non riusciranno a farlo se non con un aiuto consistente”, ha spiegato il primo cittadino.
Il sindaco aveva poi aggiunto nel suo appello: “Il volo che dovrebbe riportare Mara in Sardegna è un volo commerciale, perfettamente attrezzato però dal punto di vista dell'assistenza sanitaria. Costi proibitivi per una normale famiglia. Ecco perché ci siamo rivolti alla Farnesina, che tramite la Console generale a Melbourne, Hanna Pappalardo, sta seguendo la vicenda, anche se ha già fatto sapere che lei cercherà di reperire una parte dei fondi per il viaggio di Mara e dei suoi genitori. Come Comune di Fluminimaggiore faremo tutto quel che ci è possibile, compatibilmente col poverissimo nostro bilancio, ed è anche per questo che ci siamo rivolti a Eppela per avviare una campagna di raccolta fondi nazionale in favore di Mara. Stiamo coinvolgendo anche la Regione Sardegna nella figura dell'assessorato alla Sanità e speriamo di poter contare sulle nostre istituzioni. La nostra comunità, le associazioni culturali e sportive, la gente comune del paese si è intanto mobilitata e sta mettendo in piedi ogni iniziativa che valga a poter riportare Mara in Sardegna, in modo che la sua famiglia possa starle vicina ogni giorno, senza dover sostenere costi impossibili”.