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La petizione popolare per la salvaguardia del Cervo sardo in pochi giorni ha superato le 3.500 adesioni. Lo comunicano i promotori dell'iniziativa, gli ambientalisti del Gruppo d'intervento giuridico. L'appello degli ecologisti è arrivato in risposta ai programmi della Regione.
"Incurante della grave situazione ecologica dell'ungulato simbolo della Sardegna - spiega il Grig - l'assessore della difesa dell'ambiente Gianni Lampis ha pubblicamente dichiarato di voler riaprire la caccia al Cervo sotto forma di piani di abbattimento". Un'ipotesi respinta subito dagli ambientalisti.
"Il Cervo sardo - continua l'associazione - è una sottospecie endemica della Sardegna e della Corsica del Cervo europeo e, solo dopo gli ultimi decenni di protezione, sta riuscendo con fatica a sfuggire al destino dell'estinzione a causa del bracconaggio, della distruzione degli habitat, degli incendi".
Il Grig non accetta le motivazioni alla base del piano. "La scusa è che in alcune zone (Arbus, Laconi) ve ne sarebbero troppi e causerebbero danni all'agricoltura, sebbene non vi siano censimenti aggiornati né una stima degli eventuali danni. Se davvero così fosse, gli esemplari riconosciuti in eccesso potrebbero esser trasferiti in altre aree dell'isola (o della Corsica) già verificate quali idonee, così com'è stato fatto in questi decenni per far riprendere salute alla sottospecie".