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"Per difenderci dalla Asl di Nuoro, che ha presentato un esposto in Procura per danno di immagine, abbiamo dovuto mettere in piazza i dati sensibili di mio marito, pubblicando su Facebook il certificato medico della sua malattia con l'invito della Asl stessa ad andare fuori regione per la radioterapia". Sono le parole di Lina Cadau, insegnante di Fonni, moglie del paziente oncologico al centro del caso sui tempi d'attesa per le cure radioterapiche a Nuoro.
Attraverso un colloquio con l'ANSA, la donna risponde al manager della Asl di Nuoro Paolo Cannas che oggi ha annunciato "azioni legali per il danno di immagine subito dall'azienda sanitaria", dopo che due assistenti sociali di Fonni avevano pubblicato la lettera con l'invito della Asl al paziente a rivolgersi fuori regione.
"E' tutto scritto nero su bianco - incalza la donna - non possono dire che loro non invitano i pazienti ad andare fuori dall'isola e che c'è stato un malinteso come ha detto stamattina il direttore generale della Asl. Siamo noi che ci rivolgeremo alla Procura di Nuoro per essere stati diffamati dall'azienda sanitaria, presi per bugiardi dopo aver subìto il danno. Ci stiamo esponendo per il bene di tutti, dobbiamo lottare per avere il diritto alla salute. Mio marito fa l'autotrasportatore e abbiamo tre bambini, spostarsi a Roma per le cure sarebbe un disastro: dovremmo anticipare le spese per quasi due mesi. Mio marito infatti dovrebbe fare 20 minuti di radioterapia al giorno per 35 giorni, cure che verrebbero diluite in sette settimane. Non è possibile tutto questo per un paziente in condizioni di fragilità, stiamo alzando la voce per riprenderci il diritto alle cure che in Sardegna ormai non abbiamo più", conclude Lina Cadau.