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"La differenza tra i casi di meningite da meningococco e quello di questi giorni, che ha portato al decesso di una ragazza 14enne, è dato essenzialmente dagli agenti batterici che li provocano".
A spiegarlo è il professor Paolo Castiglia, a capo della Direzione igiene e controllo delle infezioni ospedaliere della Aou di Sassari.
"Nel primo caso, molto diffusivo e contagioso, parliamo di meningococco, in particolare alcuni ceppi ipervirulenti che sono altamente invasivi, provocando direttamente quadri di sepsi e meningite anche nei contatti stretti: familiari, partner, compagni di scuola o altre comunità - riassume l'esperto - Il batterio provoca la meningite cerebrospinale epidemica, si tratta dei seriogruppi A, B, C, Y, W135 tra i più diffusi anche in Italia. È quindi necessario avviare l'attività di profilassi dei contatti stretti del paziente che ha contratto la malattia".
"Negli altri casi, invece, cioè di meningiti non meningococciche, il batterio - osserva Castiglia - non causa direttamente la meningite ma quest'ultima è in genere una complicanza di una patologia infettiva localizzata, ad esempio lo streptococco che, come noto, può provocare altre malattie quali il mal di gola o la sinusite. La complicanza di queste patologie può degenerare in una meningite batterica non meningococcica. Per questo non viene avviata alcuna attività di profilassi nei confronti dei contatti del paziente".