PHOTO
Ci sarebbe un nome clamoroso, ma anche altri indagati, su cui gli investigatori del Corpo Forestale avrebbero chiuso il cerchio dell’inchiesta giudiziaria legata ad una serie di roghi e attentati incendiari ai danni di società concorrenti che si occupano di installazione di impianti fotovoltaici, pale eoliche e grandi macchinari installati con enormi gru.
I RAID INCENDIARI. Macchinari, camion e gru in cenere: nei mesi scorsi, tra Macchiareddu, Sestu, Assemini, Guspini, Senorbì e Nuraminis, una serie di circostanze analoghe, con l’intervento delle squadre dei Vigili del Fuoco, un punto di partenza insomma su cui far scattare le indagini serrate e alquanto delicate: per questo l’ipotesi degli investigatori si è basata su una vera e propria azione criminale a regola d’arte: nei confronti di Davide Rubino, 49enne, noto imprenditore di Elmas, i primi sospetti, le perquisizioni negli uffici dell’azienda, poi l’epilogo, con l’arresto a suo carico dove dovrà rispondere dei reati di estorsione, con l’aggravante di “metodi di stampo mafioso”. Rivalità con le ditte che si occupavano di fatto di lavori analoghi che l’imprenditore di Elmas voleva a tutti i costi accaparrarsi.
LA TENTATA FUGA. Sarebbe lui infatti il presunto mandante degli attentati incendiari nei diversi cantieri del cagliaritano, dove le fiamme hanno letteralmente distrutto macchinari, attrezzature e dunque facendo in modo che i grossi appalti fossero affidati alla sua azienda. Rubino era in procinto di trasferirsi in Thailandia, ma gli agenti del Nucleo investigativo regionale del Corpo Forestale di Cagliari l’hanno dichiarato in arresto e accompagnato presso la casa circondariale di Uta a disposizione del magistrato.