Dopo quelli subiti a Tonara, Fonni e Bono i malviventi hanno messo a segno il raid nel paese della Baronia dove Redento Poddie ha vinto l'appalto.

«Ancora una volta - dice l'imprenditore - con questi gesti mettono a dura prova la sopravvivenza di un'azienda e soprattutto uccidono la volontà di andare avanti. Per quanto mi riguarda posso dire che io non ho concorrenza in Sardegna. Purtroppo è dal continente che stanno arrivando troppi imprenditori che si aggiudicano gli appalti a metà prezzo. Mi chiedo come riescano a garantire il servizio con certi prezzi che, conoscendo bene il mestiere, non ti ripagano nemmeno delle spese».

La ditta Poddie garantisce nel centro Sardegna circa cento posti di lavoro, tra quelli a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato. In Baronia gestisce l'appalto dei rifiuti a Torpè e a Lodè.

«Non abbiamo nessuna vertenza sindacale in sospeso», dice Redento Poddie. «Quando ho avuto la possibilità di offrire dieci posti di lavoro, io ne ho sempre garantito quindici. A Torpè lavorano cinque dipendenti locali. Secondo il contratto dovevano essere quattro, ma io mi sono impegnato per averne un altro stabile e due in regime di part time. Credo fermamente nel nostro lavoro e ogni giorno spendo le mie energie per portarlo avanti al meglio. Per tutti i servizi di cui abbiamo bisogno ci rivolgiamo alle attività locali. Dal distributore per i rifornimenti all'officina, dal gommista all'assicuratore».

Nelle parole di Redento Poddie si legge tanta delusione e rammarico per un gesto che non riesce proprio a spiegarsi.

«I camion erano parcheggiati nella rimessa a S'aidu 'e Mesu alla periferia di Torpè senza alcun controllo, con l'abitacolo aperto e le chiavi inserite nel quadro. Se qualcosa viene rubata, penso che magari possa servire a qualcuno. Ma non riesco a capacitarmi del fatto che i mezzi siano stati bruciati, non ne comprendo le ragioni. Qualche giorno fa due camion sono usciti fuori strada: distrutti. Io mi sono preoccupato per la salute dei conducenti di quei mezzi. Una volta saputo che loro stavano bene, ho potuto dormire sonni tranquilli. Non sarà così dopo l'attentato di Torpè perché per qualche giorno non riuscirò a chiudere gli occhi serenamente. Queste azioni ci mettono con le spalle al muro».