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Giuseppe Levanti, la guardia giurata di 59 anni, oggi arrestato per essere il presunto basista del commando che il 21 marzo 2014 lungo la Statale 131 a Serrenti ha messo a segno il colpo da 5 milioni di euro, nel 2012 era fra i tre vigilantes a bordo di un blindato assaltato a Decimomannu e in cui i banditi riuscirono a portar via circa 600mila euro.
E’ quanto si apprende dalla polizia in seguito al suo arresto avvenuto all’alba di oggi nel quartiere San Michele.
Levanti, non era presente, invece, coi colleghi, almeno sette banditi, ancora da identificare, del colpo milionario.
Ci sono voluti due anni per incastrare la guardia giurata, finita quasi subito nel mirino degli inquirenti, nonostante le utenze telefoniche usate dalla banda fossero intestate a fantomatici cittadini stranieri. Incrociando le cosiddette "utenze citofono", utilizzate, cioè, solo per comunicare poco prima dei colpi, con quelle ufficiali, la polizia è riuscita a risalire a Levanti, ma per un anno le intercettazioni ambientali e telefoniche cui è stato sottoposto non hanno dato risultati.
Soltanto nel 2015 è stata captata una frase, pronunciata dalla guardia giurata fuori dalla sua auto durante una conversazione con un amico di Desulo: era la descrizione di come effettuare un taglio a regola d'arte sullo sportello dei blindati per prendersi il denaro senza rischi.
Gli inquirenti hanno accertato che questo sistema è stato utilizzato nel settembre 2015 per un colpo a un furgone portavalori della Vigilpol sulla statale 131 vicino a Bonorva, fruttato circa 350mila euro, e anche per il fallito assalto del luglio scorso sulla statale 130, dove un commando armato ingaggiò un conflitto a fuoco con una pattuglia della polizia stradale e prese in ostaggio una delle guardie giurate della scorta. I due episodi non sono, però, direttamente riconducibili all'arrestato, anche se il metodo suggerito dal vigilante deve aver fatto scuola.
Anzi, dopo l'intercettazione, nei due mesi successivi, le forze dell'ordine avevano intensificato i controlli, anche con elicotteri, sulle vie percorse dai portavalori, temendo che si preparassero nuovi colpi. In quell'arco di tempo non se ne sono registrati.
Levanti non aveva problemi economici, secondo quanto emerso dalle indagini, al contrario. Al suo stipendio di guardia giurata e alla casa di proprietà, aggiungeva i proventi di un'impresa di pulizie gestita dai familiari.