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"La posizione del Presidente Pigliaru sul referendum del 17 aprile è molto chiara e netta. Fra chi sostiene il contrario ci sono coloro che lo fanno in modo strumentale e in assoluta malafede". Lo dichiara, in una nota, il capogruppo del Partito Democratico Pietro Cocco.
"Il Presidente ha infatti spiegato i contenuti di quel referendum e il fatto che non si sta chiedendo l'autorizzazione all'impianto di nuove trivelle - osserva Cocco - prendendo così le distanze da comode posizioni demagogiche molto spesso non motivate né circostanziate che in questo momento abbondano. Non aver dato indicazioni di voto è dovuto al fatto che Pigliaru ha voluto informare ma non condizionare gli elettori, sottolineando la necessità di quella transizione energetica necessaria a bloccare il cambiamento climatico e dando a ognuno gli elementi per valutare liberamente e con piena cognizione di causa quale scelta fare. Una posizione estremamente ragionevole e rispettosa delle sensibilità di ciascun cittadino".
"Che le accuse arrivino persino dal consigliere Cappellacci ha poi del ridicolo e dell'inquietante, visto che sono ancora tanto vicini i tempi di Suelli in cui l'ex presidente voleva svendere la Sardegna e sacrificarla al grande business dell'eolico. Infine, a chi dice che è stato il Consiglio Regionale della Sardegna uno dei promotori del referendum - conclude l'esponente del Pd - va ricordato che i contenuti dello stesso sono stati modificati in un momento successivo rispetto a quello del voto dell'assemblea sarda che si era espressa su sei quesiti referendari e non su uno".
Il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci. "La Sardegna è tra le Regioni promotrici del referendum per un voto del Consiglio regionale. Se il PD, con il suo capogruppo e il presidente della Regione in testa, ha cambiato idea con un incredibile voltafaccia, spieghi i 'nobili' motivi che hanno determinato questo ripensamento".
"La smettano di arrampicarsi sugli specchi, di buttarla in rissa per confondere le acque, perché non attacca - prosegue l'ex presidente della Regione - e la piantino anche con le solite tecniche, tipiche di una certa ideologia del secolo scorso, perché su certi argomenti sono assai meno credibili di quanto lo siano come ambientalisti: il che è tutto dire".