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"La vicenda della clinica ostetrica di Sassari, con colleghi accusati di atteggiamenti che hanno determinato l'interruzione di una gravidanza mentre è risultato che si sono comportati correttamente, è significativa del clima in cui si opera, esposti al rischio di strumentalizzazioni per vantaggi da contenziosi medico-legali basati sul nulla ed enfatizzati dai media".
Così Nicola Colacurci, presidente della Federazione Sigo (Società italiana di Ginecologia e Ostetricia), sui fatti tuttora al vaglio della Procura di Sassari dopo la denuncia con cui una partoriente di 25 anni accusa di aver avuto un aborto spontaneo dopo essere stata respinta dal Pronto soccorso ostetrico-ginecologico dell'Aou di Sassari perché priva dell'esito di un tampone molecolare. Sull'episodio ispeziona anche il Ministero della Sanità, che nei giorni scorsi ha inviato nell'isola sette funzionari.
"Assicuriamo continuità del percorso nascita in un periodo molto critico per la recrudescenza dell'infezione da Covid", dice il presidente, che chiedere "più tutela e non campagne mediatiche a discredito dei sanitari coinvolti e della ginecologia italiana". Colacurci spiega che la Sigo "non disconosce possibili casi di cattive pratiche, ma ritiene che i casi sospetti siano attentamente valutati e affidati a giornalisti esperti del settore sanitario, non disponibili per audience a diffondere notizie false, senza verificare le fonti".
Il professore auspica che "le testate giornalistiche riportino all'opinione pubblica la verità nel singolo caso e riaffermino il quotidiano sforzo di tutti i ginecologi italiani".