Un giallo sui terreni vicini alla zona dove viveva la famiglia di Mario Moro, il bandito sardo coinvolto nel rapimento dell'industriale bresciano Giuseppe Soffiantini e morto nel gennaio del 1998 per le ferite riportate dopo un conflitto a fuoco con la Polizia.

Ossa umane sono state trovate in un pozzo di una casa disabitata a Ginestreto, piccola frazione di Sogliano al Rubicone, nel Cesenate. Non è chiaro come sia avvenuto il ritrovamento. A occuparsene è la procura della Repubblica di Forlì. I resti sono in pessimo stato di conservazione, immersi da decine d'anni nell'acqua, a dieci metri di profondità.

La zona era conosciuta in passato perché vi abitava appunto la famiglia Moro, originaria di Ovodda e trasferitasi in Romagna, più volte finita al centro di inchieste su sequestri di persona, a iniziare proprio dal rapimento di Soffiantini, industriale bresciano che possedeva fabbriche tessili anche in Sardegna.

LE INDAGINI Secondo gli inquirenti, non è chiaro se ci sia correlazione tra il ritrovamento e la presenza nella zona della famiglia Moro negli anni passati. Il Corriere di Romagna ipotizza che a condurre al ritrovamento siano state le dichiarazioni di un pentito. Sul posto anche ieri carabinieri e vigili del fuoco. All'inizio si era ipotizzato che i resti umani fossero di un giovane scomparso quasi trent'anni fa. Ma poi è emerso che il ragazzo era stato ritrovato.

IN CAMPO I RIS Le ossa recuperate saranno affidate agli investigatori scientifici del Ris dei carabinieri. Bisognerà infatti confrontare il Dna con quello della banca dati delle persone scomparse. La zona ora è piantonata dai carabinieri. Giornalisti e curiosi vengono tenuti a un chilometro di distanza, sulla provinciale. 

IL SEQUESTRO SOFFIANTINI Mario Moro fu coinvolto nel sequestro Soffiantini: il rapimento ebbe alcune tragiche appendici con il conflitto a fuoco che costò la vita all'ispettore dei Nocs Samuele Donatoni (ucciso dal fuoco amico degli stessi agenti a Rioffreddo, in provincia di Roma), e con un secondo scontro nel quale rimase invece ferito proprio Moro, poi deceduto in ospedale. Per il sequestro furono condannati Giovanni Farina, originario di Orune ma cresciuto in Toscana, arrestato in Australia ed estradato in Italia, e l'arzanese Attilio Cubeddu, di cui da allora si sono perse le tracce (su possibili collegamenti però con queste vicende per ora non c'è alcun riscontro da parte degli inquirenti).