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Questa mattina, è stata restituita la lancia metallica appartenente al gruppo scultoreo ligneo raffigurante “San Michele Arcangelo che trafigge il diavolo” dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari, Magg. Paolo Montorsi, alla presenza di padre Guglielmo Pireddu, rappresentante dell’ente religioso “Casa dei Padri Gesuiti”. Era stata rubata tra l’11 e il 19 aprile scorso.
Le indagini sono iniziate dopo la denuncia presentata il 19 aprile da padre Guglielmo presso gli uffici del Nucleo cagliaritano. All’epoca, il gruppo scultoreo, recentemente restaurato, era stato posizionato nel presbiterio della chiesa in attesa di essere trasportato a Napoli per una mostra sulla statuaria in “Estofado de oro” (tecnica decorativa per la realizzazione di immagini sacre su legno policromo, in cui la superficie intagliata viene ricoperta da uno strato di foglia d’oro zecchino). L’opera, di scuola napoletana, è realizzata in legno policromo dorato risalente al XVII secolo; in particolare, la lancia, la stadera e l’aureola argentea ne determinano la grande importanza storica.
I Carabinieri del Reparto specializzato dell’Arma hanno subito acquisito le immagini dell’impianto di videosorveglianza della Chiesa, dell’adiacente Dipartimento Militare di medicina legale - che, fin da subito, ha fornito una preziosa collaborazione per il positivo esito delle indagini - nonché di attività commerciali della zona finalizzate a identificare l’autore del furto. Sono state fondamentali anche le testimonianze di quelle persone che, per motivi diversi, avevano frequentato la Chiesa in quei giorni o che si erano recate al lavoro nel vicino Dipartimento di Medicina legale.
L’attività di analisi e di raccolta informazioni ha consentito di identificare l’autore del furto in un 53enne pregiudicato di Quartu Sant’Elena che, proprio in quei giorni e poiché indigente, era stato ospitato nella sede della Caritas adiacente alla stessa Chiesa di San Michele.
L’uomo, messo alle strette dai militari e forse mosso dal rimorso per aver compiuto un gesto “sacrilego”, ha ammesso le proprie responsabilità confessando di aver gettato la lancia in un canneto della Via Fiume di Quartu Sant’Elena. Le ricerche effettuate sul momento restituivano, tuttavia, esito negativo.
Col diffondersi della notizia del furto, anche grazie ai quotidiani locali, un cittadino quartese, residente proprio nei pressi della Via Fiume, ha contattato i padri gesuiti riferendo di essere in possesso del manufatto per averlo rinvenuto tempo prima proprio nei pressi del canneto. I militari, subito avvisati, hanno sequestrato all’uomo, ritenuto in buona fede, la lancia metallica, in attesa del riconoscimento ufficiale. Riconoscimento positivo che la funzionaria storica dell’arte della Soprintendenza di Cagliari ha confermato al di là di qualsiasi dubbio.
Oggi, dopo soltanto tre mesi dal furto, i Carabinieri, con la notifica formale del decreto di dissequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Cagliari, hanno definitivamente restituito alla Chiesa la lancia metallica che tornerà a ricomporre il gruppo scultoreo del San Michele Arcangelo.