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“I cittadini sardi guardano con soddisfazione alle fasi 2 e 3 post covid19 che hanno permesso, pur con le opportune cautele, la riapertura in Sardegna dei negozi di abbigliamento, bar, ristoranti, saloni per parrucchieri, dei centri estetici, palestre e apprezzano la possibilità di fare un bagno al mare. Aspettano ora con ansia anche la fase che consente di poter finalmente fruire dei servizi sanitari, territoriali e ospedalieri, interrotti per l'emergenza ormai da oltre due mesi. Un blocco che grava in particolare sui malati oncologici, sui pazienti affetti da malattie croniche e sulle loro famiglie, tutti esposti a gravi rischi e disagi. Lo sostengono le associazioni “Socialismo Diritti Riforme”, Fidapa Cagliari, Tribunale del Malato, Adiconsum Sardegna, “Mai più sole contro il tumore ovarico”, “Sinergia Femminile”, Ail.
“Non riusciamo a comprendere – sottolineano – perché non si garantisca finalmente ai cittadini la possibilità di accedere, seppure con i presidi individuali di protezione e le opportune misure precauzionali, ai Poliambulatori e ai Reparti ospedalieri e ai centri, anche convenzionati, di diagnosi e cura, e permanga, ancora in questa fase post emergenziale, la necessità di rapportarsi alle strutture, quando va bene, soltanto telefonicamente o con visite via skype. Per molte persone, soprattutto ultra sessantacinquenni con scarsa dimestichezza con internet o per coloro che hanno gravi problemi di salute e mobilità, significa rinunciare alla diagnosi e alle cure. Il protrarsi nel tempo di questa situazione è destinato a causare ulteriori disagi e intollerabili rischi per la salute, oltre che un aumento della richiesta dei servizi domiciliari e di sostegno socio-economico, con i conseguenti aggravi di spesa per le casse dello Stato”.
“E' quindi indispensabile riaprire subito il Cup per le prenotazioni di visite specialistiche e accertamenti diagnostici non caratterizzati dall’urgenza. E' però importante che si vari al contempo un piano di ampliamento della disponibilità di specialisti ambulatoriali, sia nei presidi territoriali che ospedalieri, in modo da poter evitare la formazione di lunghe liste d'attesa che vanificherebbero gli effetti della riapertura dei servizi. E' necessario infine che in tutti gli ospedali sardi siano riprogrammati con la massima celerità i ricoveri e gli interventi non d'urgenza e si dia seguito agli screening per la prevenzione di malattie oncologiche, sospesi per la pandemia”.