La Cooperativa Federsolidarietà Sardegna, l'Associazione Legacoopsociali Sardegna, l’AGCI Solidarietà, il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, l’ACLI Sardegna, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, l'Associazione “ARCI Sardegna”, l’associazione UISP, l’Associazione italiana assistenza spastici e la Fondazione Stefania Randazzo, hanno scritto una lettera, che di seguito vi proponiamo, al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente del Consiglio Regionale, all’Assessore dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale, al Presidente della VI Commissione del Consiglio Regionale Salute e Politiche Sociali e al Direttore Generale Politiche Sociali avente come tema  “Riflessioni e proposte sul tema delle politiche sociali e dei servizi alla persona”.

 

"Scriviamo questa lettera per sottoporre alla vostra attenzione alcune riflessioni e proposte sul tema delle politiche sociali e dei servizi alla persona nella nostra regione. Crediamo che porsi il problema di quale sistema di servizi a tutela delle persone, non rappresenti una questione marginale da affrontare nel momento di grave crisi economica che sta vivendo la nostra società; crisi che manifesta i suoi effetti nella vita reale delle persone e delle famiglie certamente in termini di reddito e di povertà ma anche in termini di reti sociali, di relazione e supporto ai bisogni quotidiani dei soggetti più deboli (anziani e persone disabili tra gli altri) e di costruzione di pari opportunità per il futuro, in particolare per le donne e per le nuove generazioni.

Come è noto la costruzione di tale sistema nella nostra regione è regolato dalla L.R. n° 23/2005 “Sistema integrato dei servizi alla persona. Abrogazione della L.R.n.4 del 1988” che dà attuazione alla legge quadro nazionale n° 328/2000 e si prefigge, tramite un modello di governo partecipato, di creare un sistema integrato di servizi alla persona che valorizza la programmazione in funzione dei bisogni, in particolare nella dimensione locale.

Questa legge riformatrice, così da tutti considerata all’atto della sua approvazione, innova e modifica radicalmente l’approccio settoriale e top-down tipico delle logiche di intervento assistenziale, sposando in pieno la concezione di governance del territorio, ridefinendo i ruoli e le responsabilità ed il quadro operativo secondo logiche dinamiche ricadenti nella pianificazione.

Il livello locale è il perno del sistema, il livello regionale fa sintesi, guida, coordina, controlla e riarmonizza le regole. Tutto ciò in piena coerenza con i compiti attribuiti dall’ordinamento agli attori istituzionali.

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Rispetto a questa impostazione, nel corso di questi 9 anni esatti, possiamo affermare che permangono ritardi attuativi, atti incoerenti, un rifluire verso azioni parcellizzate che mal si conciliano con la logica di integrazione dei servizi alla persona. Di fatto solo nel 2008 sono stati emanati il Regolamento attuativo previsto dall’art. 43 della succitata legge (D.P.Reg. 4/2008) ed il Regolamento attuativo dell’art.44 (D.P.Reg. n.3/2008). Nel 2011, con DGR 40/32, sono state emanate le Linee Guida dei PLUS (Piani locali unitari dei servizi). Il Regolamento attuativo (D.P.Reg. n.4/2008) è essenzialmente rimasto lettera morta, i PLUS in troppi casi non sono percepiti come un’opportunità per progettare e attivare nei territori d’ambito servizi in funzione dei bisogni ma spesso come il luogo che si limi