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Questa mattina i Riformatori Sardi hanno tenuto davanti all’ingresso dell’aeroporto di Alghero una conferenza stampa dal titolo “Privatizzazione dell’Aeroporto di Alghero SUBITO!”.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti Michele Cossa, coordinatore regionale del Partito, Michele Solinas, coordinatore territoriale di Sassari, Giacomo Crovetti, Pietrino Fois, Nicola Salvio e Giancarlo Spirito.
“La pessima gestione dello scolo in tutti questi anni è evidente – hanno affermato i Riformatori -. La Regione è già intervenuta a più riprese a ripianare i debiti della società, ma non è possibile che siano i contribuenti sardi a pagare clientelismo e sprechi. Il termine per le offerte relative alle azioni inoptate è stato ulteriormente prorogato al 31 marzo 2016 (siamo alla sesta proroga).
In Toscana - spiegano i Riformatori - sono bastati 8 mesi per privatizzare il sistema e costituire una nuova società di gestione degli aeroporti di Pisa e Firenze. Questo nodo, che minaccia di diventare una storia infinita, dev’essere immediatamente affrontato dalla Regione, che deve nominare un commissario che provveda in modo trasparente ed efficace a mandare avanti le procedure per la privatizzazione. I potenziali acquirenti devono avere a disposizione infatti tutte le informazioni necessarie per poter formulare le offerte. Noi Riformatori abbiamo sempre sostenuto che solo con la privatizzazione dell’aeroporto si possono creare le condizioni per una gestione virtuosa, responsabile ed economicamente sostenibile. Per quanto non vi siano problemi di ricapitalizzazione, il problema della privatizzazione si pone anche per l’aeroporto di Cagliari”.
I Riformatori hanno, inoltre, affrontato il problema della continuità territoriale.
“CT1 (Roma e Milano) scade a novembre 2016 (salvo proroghe). C’è tutto il tempo per ripensare e riprogettare la struttura del sistema, per non essere costretti ogni volta a rincorrere l’emergenza come è puntualmente accaduto in questi anni nei periodi di punta, che hanno visto la Sardegna pressoché isolata. È necessario introdurre quegli elementi di flessibilità e competitività indispensabili per soddisfare pienamente la domanda dell’utenza. Questo significa agire sulla base di una visione globale e di rete del sistema, che tenga conto anche dell’utenza che si indirizza verso gli scali della CT2 (continuità verso gli aeroporti minori).
L’abbandono della CT2 da arte della Regione, partendo dall’erroneo presupposto che Roma e Milano siano la destinazione finale della gran parte dei viaggiatori, ha avuto come conseguenza l’ingolfamento delle due rotte principali e un aggravio di spese per gli utenti, i quali debbono sobbarcarsi gli oneri delle ulteriori modalità di trasporto fino alla loro destinazione finale. Non si tratta infatti soltanto, come si è sostenuto, di un problema di “comodità” di una piccola parte di utenti, ma di rispondere ad esigenze concrete e perfettamente misurabili sulla base dei dati in possesso della Regione.
Gli ulteriori trenta milioni di euro recentemente messi a disposizione dallo Stato devono essere destinati almeno per il 50% alla CT2 (proprio al fine di decongestionare Roma e Milano). Il restante 50% può essere destinato alle principali rotte europee (tre per aeroporto). Naturalmente, conformandosi alle direttive europee che consento di incentivare i vettori a operare sulle rotte prescelte”.