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Il naufragio del mercantile Rhodanus è solo l’ultimo degli episodi accaduti nella Bocche di Bonifacio.
“Un ennesimo campanello”, così lo ha definito il presidente della Camera di Commercio di Sassari, Gavino Sini, che nei mesi scorsi ha avviato un tavolo tecnico per avviare un confronto serrato che porti alla risoluzione di un problema, a loro modo di vedere, non più rinviabile.
“Il rischio, alla luce della situazione attuale, è elevato e la posta in gioco è l’ambiente, inteso nella sua accezione più ampia: un ecosistema naturale ma anche economico e sociale. Collisioni e sversamenti, costituiscono un pericolo troppo grande per non individuare le giuste precauzioni”, fanno sapere dalla Camera di Commercio.
“Abbiamo raccolto le istanze del territorio attraverso le associazioni di categoria nel momento in cui abbiamo avviato il tavolo tecnico – ha dichiarato Sini – perché siamo convinti del rischio reale e costante che le Bocche corrono ogni giorno. L’ultimo episodio rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme che auspichiamo sia in grado di dare un’accelerazione che porti alla soluzione del problema.”
”Aspettiamo segnali da chi deve prendere atto della situazione e agire di conseguenza, ma dobbiamo constatare ad oggi che poco è stato fatto nonostante le nostre azioni – ha aggiunto Benedetto Fois, presidente di Cna Gallura – tuttavia resta fermo l’impegno nel proseguire a tenere viva l’attenzione sulle Bocche di Bonifacio.”
Solo le norme e i mezzi, a detta della Camera di Commercio, possono definire il quadro di tutela per le Bocche, dall’utilizzo dei piloti che coordinino la navigazione alla tipologia di navi che possono attraversare lo stretto, norme che ancora non ci sono. Anche perché, “Il rischio zero – ha rimarcato Francesco Bandiera, presidente di Fedepiloti – non esiste. Ma si può agire per limitarlo al massimo”.