"Ho visto la rissa e mi sono allontanato. Non c'entro nulla con la coltellata". Lo ha detto in una dichiarazione spontanea davanti al giudice, Elia Di Genova, il 26enne trapper romano conosciuto come "Elia 17 Baby", finito in carcere a Bancali per tentato omicidio a seguito di una rissa con accoltellamento avvenuta la notte del 14 agosto sulla spiaggia di Marinella, a Golfo Aranci, in cui un 35enne di Sassari è stato raggiunto da un fendente alla schiena. Ricoverato in ospedale con il rischio di una paralisi, le sue condizioni sono ora in miglioramento.

Oggi, in videoconferenza, si è tenuta l'udienza di convalida del fermo del trapper. Il giovane, rappresentato dagli avvocati Pietro e Gian Maria Nicotera di Roma, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato una lunga dichiarazione spontanea.

"Ha spiegato la sua posizione - racconta Pietro Nicotera - dicendo di aver visto la rissa e di essersi allontanato dalla zona". Secondo il legale, nella vicenda ma soprattutto nelle testimonianze che accusano il suo assistito, ci sono elementi da "valutare" e "approfondire".

Il fermo del 26enne è stato convalidato e il gip ha emesso una nuova misura cautelare in carcere. "Noi avevamo chiesto i domiciliari, per questo presenteremo ricorso al Tribunale del Riesame", annuncia l'avvocato. Tra le motivazioni della nuova ordinanza, secondo quanto riferito dal collegio difensivo, c'è il pericolo di fuga: secondo il giudice, trattandosi di un cantante noto avrebbe una grossa disponibilità economica e potrebbe scappare all'estero.