Questa mattina un crocifisso ligneo del XV secolo, illecitamente asportato dalla chiesa del Santissimo Crocifisso di Galtellì alla fine degli anni Ottanta, è stato restituito alla Diocesi di Nuoro dal maggiore Paolo Montorsi, comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari, alla presenza del Vescovo Antonio Mura.

Si tratta di un crocifisso toscano i cui modelli riconducono a quelli creati a Firenze alla metà del Quattrocento. Le opere toscane in Sardegna, a quell’epoca quasi pienamente sotto il dominio iberico, sono assai rare. La statua è sicuramente pregevole, viste anche le grandi dimensioni (circa 2 metri totali, comprese le parti ora mancanti). Oggi si presenta piuttosto danneggiata, con mancanze importanti della testa - che avrebbe potuto aiutare molto nell’identificazione della bottega - e dei piedi. È stato verosimilmente modificato per essere usato come crocifisso per su scravamentu, la cerimonia di deposizione del Cristo dalla croce che si tiene il venerdì della Settimana Santa.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Firenze e condotte in collaborazione con il Nucleo TPC del capoluogo toscano, sono iniziate a settembre dello scorso anno quando, su un sito e-commerce, un antiquario toscano aveva pubblicato un annuncio per proporre la vendita di una statua con l’attestazione di provenienza “da una chiesa del nord Sardegna”.

Gli approfondimenti investigativi avrebbero accertato che l’inserzionista aveva a sua volta acquistato la statua da un commerciante senese in occasione della fiera antiquaria di Arezzo, storica manifestazione espositiva tra le più importanti del territorio nazionale. Sarebbe inoltre emerso che uno stretto congiunto di quest’ultimo era originario proprio di Galtellì. Incalzato dagli inquirenti, avrebbe confessato di aver recuperato il crocifisso verso la fine degli anni Ottanta in occasione di una vacanza nel paese natio, trovandolo in stato di abbandono nei pressi della Chiesa che, all’epoca, era stata interessata da alcuni lavori di ristrutturazione.

Le ricerche per scoprire la provenienza della statua si sono dimostrate complesse fin da subito, soprattutto perché nessuna traccia della sua presenza è emersa dall’attento esame delle schede di catalogo predisposte dalla Soprintendenza di Sassari nel 1991, in occasione della campagna di inventariazione dei beni culturali ecclesiastici del comune di Galtellì. Per evitarne, quindi, la dispersione, i Carabinieri del Nucleo TPC di Firenze hanno sottoposto a sequestro il crocifisso e la Procura del capoluogo toscano, riconoscendo la completezza e l’inconfutabilità degli accertamenti svolti, ne ha disposto la restituzione al legittimo proprietario.

Oggi, grazie alle indagini dei Carabinieri TPC, il crocifisso torna definitivamente nella disponibilità della Diocesi di Nuoro che ne curerà, insieme alla Soprintendenza di Sassari, il restauro e la collocazione definitiva.