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La relazione dei revisori dei conti certifica quanto abbiamo ripetuto negli ultimi tre anni: i sardi pagheranno di tasca loro il disastro Abbanoa, voluto da una politica che ha costruito un ente gigantesco e per questo strutturalmente in perdita e indebitato. Abbanoa infatti a causa delle dimensioni non ottimali dell'ambito di sua competenza è e sarà costretta a vendere sempre in perdita.
Né sono possibili i controlli, proprio a causa del gigantismo di Abbanoa che impediscono analisi precise su fatturazioni, debiti e crediti. A ciò si aggiunge l’ulteriore ostacolo all'efficienza creato dalla politica centralista praticata dalle ultime giunte regionali: l’aver allontanato i cittadini dal controllo di Abbanoa ne ha impedito il controllo politico e ciò ha favorito l’incremento di disfunzioni e disservizi.
La strada da percorrere se si vuole impedire che crolli tutto e che l’acqua arrivi a costare tariffe improponibili è obbligata: è necessario ammettere che Abbanoa è troppo grande per poter funzionare efficientemente, bisogna abbandonare fissazioni centraliste, studiare dettagliatamente la situazione sarda, definire scientificamente gli ambiti ottimali, riportare il controllo politico il più vicino possibile ai cittadini e da lì ripartire con la gestione.