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Quel rudere (così ormai è da considerarsi), fa paura ai cittadini che abitano tra via Serbariu, Flumentepido e via Carlo Baudi di Vesme: dentro quell’enorme caseggiato che un tempo ospitava una scuola elementare, da gennaio 2017 (quando il Comune fece sgomberare i locali occupati abusivamente da alcune famiglie), è diventato il rifugio di sbandati, tossici e persone poco raccomandabili.
Lo dicono a chiare lettere gli abitanti, stanchi di sopportare e vedere uno scempio vero e proprio: “A qualunque ora entrano ed escono - quel cancelletto arrugginito fa rumore a qualsiasi ora, anche alle tre del mattino. Hanno la siringa in mano, barcollano, accedono dal cortile e vanno a bucarsi. Vergognoso, nessuno li aiuta e noi abbiamo paura delle aggressioni, nei marciapiedi un tappeto di siringhe sporche”.
LE FIAMME. L’incendio quasi certamente doloso, avvenuto intorno alle 2.40, si è sviluppato dal cortile esterno all’edificio, pieno zeppo di sterpaglie, masserizie, rifiuti e tanto altro. Il rogo ha poi raggiunto un grosso albero adiacente al muro perimetrale della scuola, da lì poi le fiamme hanno avvolto due macchine e un cassonetto. Difficile ipotizzare che qualcuno nel cuore della notte abbia appiccato intenzionalmente le fiamme per far sloggiare i senzatetto che dimorano nei locali scolastici. Quelle fiamme hanno sprigionato un enorme nube di fumo, che ha invaso l’edificio: provvidenziale l’intervento dei poliziotti delle Volanti della Questura e dei Vigili del Fuoco che hanno immediatamente fatto evacuare la scuola.
Fatto sta che dal Comune le avvisaglie di degrado sono state percepite: la stessa consigliera comunale Anna Puddu, da anni impegnata anche sul fronte delle problematiche sociali di persone sfortunate, ha confermato che i lavori di demolizione del caseggiato e la conseguente realizzazioni di 36 alloggi popolari partiranno a settembre. Per quella data di inizio del cantiere, chi sta dentro nelle aule stracolme di siringhe e rifiuti, dovrà lasciare necessariamente quel luogo. Nel frattempo però, per tutto agosto i cittadini dovranno continuare ad assistere passivamente ciò che accade giorno e notte: giovani e meno giovani che consumano eroina come negli anni ’80.
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